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Amici Corecco

Biografia

  • 1931

    La giovinezza

    Attento, intento e nello stesso tempo umile. Ed è sempre stato così
    (Luigi Giussani)

    Eugenio Corecco nasce il 3 ottobre 1931 ad Airolo, da Pietro e Margherita Beffa, ambedue leventinesi. Cresce però a Chiasso, dove il padre lavora come impiegato della ferrovia.

    Manifesta il desiderio di diventare prete fin da piccolissimo, senza mai formulare alcun altro progetto per la sua vita. È un bambino che si interessa di tutto, si impegna a fondo in ogni cosa ed è sempre lieto, di una letizia contagiosa.

    La vita di Eugenio Corecco, così ricca di amicizie e di opere, attraversa da protagonista anni cruciali e difficili. Cresciuto in un seminario di stampo più che tradizionale, proprio quando questo modello educativo inizia ad esser messo in discussione, licenziato in teologia all’Università Gregoriana di Roma, si avvia, quasi per caso, allo studio del diritto canonico sotto la guida del Prof. Klaus Mörsdorf di Monaco.

    Professore a sua volta all’Università di Friburgo in Svizzera, Corecco diventa assistente degli studenti cattolici. Guarda con preoccupazione i molti giovani sempre più lontani dalle tradizionali associazioni studentesche.

    Ripropone con decisione gli esercizi spirituali, che, a partire da quelli del gennaio 1965, affida a don Luigi Giussani (1922-2005), questa volta con buona partecipazione di studenti.

    Accanto agli esercizi, si avvia la tradizione delle vacanze invernali in montagna, spesso con amici di Gioventù Studentesca (GS) di Milano, dando seguito alla raccomandazione di don Giussani: “state insieme, siate fedeli all’amicizia tra voi, per verificare la verità di quanto avete udito”.

    Per Eugenio Corecco quello con Giussani è un incontro che risponde profondamente alle esigenze della sua vita.


  • 1965

    La missione

    L’essenza della fede è dunque lo stupore di fronte alla presenza di Gesù Cristo
    (San Giovanni Paolo II)

    Nel vivace ambiente dei canonisti, che nel 1970 fondano la Consociatio internationalis studio juris canonici promovendo, la posizione della scuola di Monaco è decisamente minoritaria; sarà anche grazie ad Eugenio Corecco se essa verrà sempre meglio conosciuta ed apprezzata, soprattutto per la sua profonda consonanza con l’ecclesiologia conciliare. Nel 1980 Corecco è eletto vice-presidente della Consociatio; ne diventerà presidente nel 1987.

    Negli anni del post-Concilio, Eugenio Corecco è tra i promotori dell’edizione italiana della rivista internazionale Communio, progettata da Hans Urs von Balthasar, P. Henri De Lubac e Joseph Ratzinger. La redazione di Communio non sarà solo un ambito di riflessione teologica, ma anche un luogo di comunione vissuta; vi nascono rapporti di amicizia che lo accompagneranno per tutta la vita.

    Gli impegni accademici – insegna anche alla Facoltà di Teologia protestante dell’Università di Ginevra, alla Facoltà teologica dell’Italia Settentrionale e all’Università del Sacro Cuore – e le amicizie internazionali non hanno mai allontanato Eugenio Corecco dal servizio alla Chiesa in Svizzera.  Deciderà di abitare con un gruppo di studenti, tra cui alcuni che si preparano al sacerdozio (1975). Si concretizzano forse già qui quelle ragioni che lo porteranno, da vescovo, a fondare quella che diventerà in breve tempo la Facoltà di Teologia di Lugano.

    Nel 1982, è chiamato da Giovanni Paolo II nella commissione, che lo deve affiancare nell’esame del nuovo Codice di diritto canonico, prima della promulgazione. Sarà poi nominato consultore della commissione pontificia per l’interpretazione autentica del codice. La sua ormai consolidata fama di canonista lo porta a tenere incontri e conferenze in tutto il mondo. Tra Giovanni Paolo II ed Eugenio Corecco nasce una profonda amicizia personale.



  • 1986

    L’episcopato

    Educò il suo popolo
    (Dt 32,10)

    Nel 1986 il papa lo sceglie come vescovo di Lugano. La sua prima preoccupazione è che la fede sia un’esperienza reale. Nei nove anni di episcopato affronta con determinazione i problemi diocesani, crea la Facoltà di Teologia, ma soprattutto si impegna nella grande opera della rifondazione della fede, spendendosi di persona senza risparmio, in particolare per i seminaristi e per i giovani.

    Presenzia alla giornata del Tamaro, l’appuntamento, scaturito dalla visita di Giovanni Paolo II del 1984. Partecipa alle GMG: sarà a San Giacomo di Compostella (1989), a Czstochowa (1991) e a Denver (1993).

    Toccato dalla fedeltà dell’Unione Cattolica Femminile Ticinese, nel 1989 invita l’Azione Cattolica ad organizzare un congresso, i cui risultati lo stupiscono e lo inducono a riproporre con forza questa via ai giovani.


  • 1995

    La malattia e la morte

    Il tempo si fa breve
    (1 Cor 7,29)

    Quando la malattia lo coglie (1992), la affronta condividendo con i suoi fedeli il cammino di questo Calvario, pieno di dolore e di speranza. E’ una pubblica offerta di sé, che lo rende compagnia a tutti, in particolare a quelli che come lui sono ammalati.

    Corecco in un’intervista ha affermato: la malattia pone l’uomo di fronte a se stesso, lo ridimensiona, gli fa capire che il tempo è contato. […] Pone l’uomo nell’urgenza di pensare al suo destino, alle ragioni del suo vivere”.

    La sua malattia e la sua morte sono state per noi un significativo anticipo della testimonianza che 10 anni dopo ci darà Giovanni Paolo II, il quale per altro ha vissuto molto da vicino la malattia e la morte del vescovo Eugenio.

    Nella giornata di Eugenio Corecco la santa Messa era il momento centrale. Dopo la Comunione, rimaneva a lungo in silenzio. A chi una volta glielo fece notare, rispose: “Ma c’è il Signore!”. Era il momento di più intensa preghiera di tutta la giornata.

    Eugenio Corecco muore il primo di marzo 1995, Mercoledì delle Ceneri, verso le ore tre del pomeriggio.