Preferenze privacy

Questo sito utilizza servizi di terze parti che richiedono il tuo consenso.

Skip to content
Amici Corecco

Ius Et Communio

Torna al libro

Introduzione

Capitoli

ANGELO SCOLA Vescovo emerito ài Grosseto Rettore della Pontificia Università Lateranense

Raccogliere in un volume gli scritti di autori che hanno offerto un contributo significativo in un determinato campo del sapere e sempre utile, sia agli specialisti della materia che a quanti iniziano a coltivarla.
Per la particolare vicenda scientifica di Corecco, il Vesco-vo di Lugano prematuramente scomparso, il valore di una simile raccolta di scritti è ancor più prezioso: la parte pre-ponderante del suo contributo canonistico, che non pochi reputano decisivo per un’adeguata teoria del Diritto cano-nico, si trova sparsa in riviste specializzate, in dizionari ed enciclopedie, negli atti di congressi e in opere collettive A ciò si aggiunge il fatto che molti contributi hanno un carat-tere occasionale.
Così, negli scritti di Corecco incontriamo una riflessione organica sul Diritto canonico, considerato a pieno titolo di-sciplina teologica, insieme all’approfondimento di disparati temi particolari. L’esame di concetti fondamentali della scienza canonistica (come la natura della legge o quella della «sentenza») si alterna allo studio di questioni scottanti (come le dimissioni dalla Chiesa per ragioni fiscali) o di aspetti inediti della vita ecclesiale (come la normativa cano-nica riguardante le nuove aggregazioni di fedeli) o ancora i principi fondanti della organizzazione ecclesiale (come gli studi sulla smodalità e le sue forme di realizzazione) Al di là della apparente eterogeneità di temi, un preciso ordito di pensiero unifica i contributi scientifici di Corecco.
Due sono i cardini intorno ai quali riceve originale svilup-po, sul piano del metodo e del contenuto, la concezione del Diritto che Corecco apprese dal Mórsdorf.
Affrontando, nel primo numero della rivista Communio (1972), la questione della partecipazione e della «rappresen-tanza» all’interno della Chiesa, il professore friburghese ini-ziava una peculiare indagine teologico-canonistica sulla no-zione di communio che, partendo dal dato conciliare, ne lu-meggiava aspetti inediti. Il procedere degli studi avrebbe poi consentito al nostro Autore di mostrare come il concetto cat-tolico di communio sia in grado di esprimere il nesso fecondo tra la natura ecclesiologico-sacramentale del fatto cristiano e l’antropologia ad esso sottesa, legata alle categorie di sostanza e di relazione ben espresse dalla nozione di communio perso-narum. Questo nesso poggia sulla Rivelazione intesa come l’evento di Gesù Cristo e svela la contemporaneità del Figlio di Dio incarnato con tutti gli uomini di tutti i tempi.
La categoria di communio diventa, in tal modo, chiave di metodo privilegiata nell’elaborazione scientifica del secon-do cardine del pensiero del Vescovo di Lugano che, a ben vedere, è uno sviluppo, formalmente distinto, della nozione stessa di comunione: la co-essemialità della dimensione cari-smatica, rispetto ali”elemento istituzionale, nella costituzione della Chiesa. Fu prezioso, in questo senso, l’apporto di Co-recco all’Assemblea del Sinodo dei Vescovi sulla figura del laico. La sua acribia e il suo equilibrio scientifico si vedono, ad esempio, nell’accuratezza con cui seppe distinguere tra la coessenzialità di questa dimensione carismatica e la contin-genza storica di ogni carisma.
Il compito di approfondire queste categorie, sia da parte della Teologia dogmatica che da parte del Diritto canonico, è un aspetto dell’eredità che il Vescovo Corecco ci ha lasciato.
È quindi auspicabile che la presente raccolta, prolungan-do l’abnegato servizio ecclesiale del Vescovo Corecco, mo-stri quanto il diritto della Chiesa sia strumento di edificazio-ne della communio catholica. E questo perché garantisce la libertà di ciascuno e di tutti sullo sfondo di una equa valuta-zione delle varie situazioni soggettive secondo la celebre de-finizione che Corecco volle come suo motto episcopale «in omnibus aequitas quae est Deus».

Graziano Borgonovo Arturo Cattaneo

La presente raccolta dei principali scritti canonistici di Eugenio Corecco scaturisce dal desiderio di onorare la memoria del fondatore e primo Gran Cancelliere della Facoltà di Teologia di Lugano. Il rapido sviluppo di detto centro accademico e l’altrettanto celere pieno riconoscimento della Santa Sede furono possibili soprattutto grazie all’encomiabile impegno da lui profuso. Lo spirito intraprendente, la vasta esperienza accademica ed il vivo desiderio di servire la Chiesa lo spinsero in un’impresa i cui orizzonti vanno ben oltre quelli locali.
Nel contempo con questa raccolta speriamo di offrire al mondo accademico internazionale un valido ausilio per l’approfondimento delle varie e originali tesi di Corecco. Per oltre un ventennio si è infatti prodigato nella ricerca canonistica, affrontando quasi tutti i principali temi del diritto ecclesiale con il desiderio di promuovere il necessario rinnovamento scientifico, sempre in un atteggiamento di fedeltà al magistero ed in modo particolare a quello dell’ultimo concilio.
L’utilità della presente raccolta deriva dal fatto che buona parte dei più importanti e innovativi spunti del nostro autore sono contenuti in numerosi articoli, molti dei quali si trovano in riviste e opere collettive difficilmente reperibili. I sette grandi temi, in cui abbiamo articolato la raccolta, comprendono praticamente tutta la produzione canonistica di Corecco. Restano quindi esclusi gli articoli non propriamente canonistici, come quelli sul Diritto ecclesiastico dello Stato o quelli dedicati al ruolo dell’Università.
L’ordine con cui sono distribuiti i temi è dettato dal criterio della concretezza; si va perciò dalle questioni più generali a quelle più particolari. All’interno dei sette temi abbiamo selezionato gli articoli più significativi e, nei casi in cui l’autore ha trattato una questione in articoli successivi, è stato scelto l’articolo più recente. Abbiamo dato una veste tipografica unitaria al testo, ma si è mantenuta la formulazione originale, anche nelle note che indicano un’opera “in preparazione”, pur essendo ora già pubblicata. Nella bibliografia di Corecco abbiamo raccolto solo i suoi scritti canonistici, indicando anche quelli tradotti in altre lingue.
Ringraziamo i signori Andrea e Afra Ghirlanda per il prezioso aiuto nella preparazione informatica dei testi. Alla mamma di Eugenio Corecco, Margherita, e alla sorella Stefania con il coniuge Roland Kühni, va la nostra più profonda gratitudine. Il loro sostegno e munifico contributo è stato decisivo per la realizzazione della presente opera.

EUGENIO PIETOO CORECCO nasce ad Airolo (Cantori Ticino Svizzera) da Pietro Corecco e Margherita Beffa il 3 ottobre 1931. La famiglia, attinente di Bodio, si trasferisce a Chiasso, dove il padre è impiegato nelle ferrovie. A 12 anni Eugenio entra nel seminario diocesano San Carlo a Lugano, appena un mese prima della morte prematura del padre. Vi compie gli stu-di ginnasiali e liceali. E poi inviato dal Vescovo Angelo Jelmini a Roma al Pontificio Seminario Lombardo. Studia Teologia al-l’Università Gregoriana. Il 2 ottobre 1955, un anno prima del conseguimento della laurea, è ordinato prete da monsignorJel-mim a Bodio. L’anno seguente è inviato nella parrocchia di Prato Leventina. Nel 1957 diventa cappellano militare nel reg-gimento di fanteria «montagna 30».
Nell’ottobre del 195^Tascia la parrocchia per intraprendere gli studi di Diritto canonico presso l’Università di Monaco di Baviera, dove consegue il dottorato – «summa cum laude» – nel 1962. Nel 1965 ottiene anche la licenza in Diritto civile presso 1 Università di Friburgo (Svizzera). Durante gli anni di Fribur-go è membro attivo dell’associazione studentesca Lepontia can-tonale, di cui diventa assistente spirituale nel 1964. Egli sente profondamente l’esigenza che le associazioni cattoliche siano soprattutto ambiti di educazione alla fede e, nel solco delle di-rettive del ConcUio Vaticano II, si volge con interesse ai nuovi movimenti. In questo periodo incontra don Luigi Giussani, fondatore del movimento ecclesiale Comunione e Liberazione.
È l’inizio di un’amicizia che durerà tutta la vita e della decisio-ne di diffondere quell’esperienza ecclesiale nella realtà svizze-ra. Nell’ottobre del 1965 è di nuovo a Lugano come professore di Diritto canonico nel Seminario maggiore e insegnante al Se-minario minore. Dal dicembre dello stesso anno assume an-che la carica di officiale del tribunale ecclesiastico. Continua l’impegno con la realtà studentesca occupandosi della Gaunia, l’associazione che raduna i liceali cattolici. Nel luglio del 1967 ritorna a Monaco di Baviera in qualità di assistente della catte-dra di Diritto canonico e nell’autunno del 1969 è nominato pro-fessore di Diritto canonico all’Università di Friburgo (Svizzera).  In questa sede don Eugenio dedica preziose energie allo svi-luppo della presenza di Comunione e Liberazione, che avrà nella «casa di Gambach», nella quale decide di abitare con alcuni giovani e sacerdoti, uno stimolante punto di riferimen-to culturale e spirituale per numerosi studenti, colleghi ed amici. Dal 1979 al 1981 è decano della Facoltà di Teologia.  Insieme con Angelo Scola, oggi Vescovo emerito di Grosseto, rettore della Pontificia Università Lateranense e preside del-l’Istituto Giovanni Paolo II per studi su matrimonio e famiglia, da avvio all’edizione italiana della rivista teologica Communio, la cui edizione tedesca è avviata da Hans Urs von Balthasar e dal futuro cardinale Joseph Ratzinger. In questo periodo intensifica l’attività scientifica e didattica: da alle stampe numerosi saggi mo-nografici e pubblicazioni, partecipa a convegni ed incontri di stu-dio, tiene cicli di conferenze e corsi in diverse Università euro-pee, tra le quali l’Università Cattolica di Milano, la Facoltà teolo-gica protestante di Ginevra e l’Università di Perugia.
Nel 1980 organizza a Friburgo il IV Congresso internazio-nale di Diritto canonico sul tema «I diritti fondamentali del cristiano nella Chiesa e nella società». Al termine del convegno viene eletto Vice-Presidente della Consociano internationalis studio iuris canonici promovendo, sodalizio che riunisce oltre 500 studiosi e docenti universitari di discipline di interesse ec-clesiale, appartenenti a 54 nazionalità. Nel 1987, al Congresso di Monaco di Baviera, ne diverrà Presidente e sarà riconferma-to a questa carica al termine del Congresso di Lublino (Polo-nia) nel 1993.
Nel 1982 Giovanni Paolo II lo chiama come esperto nella commissione cui è affidata l’ultima revisione del nuovo Codice di Diritto canonico, promulgato nel 1983. Il Papa lo nomina anche consultore della Pontificia Commissione per l’interpre-tazione autentica di detto Codice. Nonostante gli impegni scientifici, prende parte attiva alla vita ecclesiale svizzera, come membro di diverse commissioni della Conferenza dei Vescovi svizzeri. A più riprese collabora con l’Ufficio Centra-le Emigrazione Italiana, in qualità di consulente teologico per le questioni riguardanti gli emigrati italiani e le Chiese locali che li accolgono.

Il 31 maggio 1986 Giovanni Paolo II chiama Eugenio Co-recco alla sede episcopale di Lugano; è consacrato il 29 giugno da monsignor Henry Schwery, Vescovo di Sion e presidente della Conferenza episcopale svizzera. Lo stesso giorno prende possesso della diocesi.

Convinto dell’esistenza di un divario tra fede e vita, al cuo-re della sua preoccupazione sarà la rinascita della vita cristia-na attraverso l’incontro con la compagnia viva e quotidiana della Chiesa. Richiama costantemente la necessità di una nuo-va evangelizzazione, che promuove attraverso le scuole della fede, cioè la catechesi per gli adulti. Rivolge particolare atten-zione alla pastorale giovanile: partecipa con numerosi giovani della diocesi alle giornate mondiali convocate da Giovanni Paolo II, indice pellegrinaggi a diversi santuari e in Terra San-ta e rivalorizza l’Azione Cattolica, nella quale riesce a coinvol-gere, nel giro di pochi anni, centinaia di ragazzi e ragazze.
Affronta con determinazione anche la diffìcile situazione finanziaria della Chiesa ticinese: invita le parrocchie e i sacerdoti a costituire due fondi per il sostentamento del clero e il sostegno delle attività diocesane. Nel medesimo tempo avvia i contatti con il governo ticinese per la revisione della legge civile-ecclesiastica, che risale al 1886, e per la definizione dell’imposta di culto. A questi scopi viene nominata una commissione paritetica. Istituisce una commissione diocesana per le comunicazioni sociali e rinnova la dirczione del «Giornale del Popolo». Nell’autunno 1987 apre presso il Collegio Pio XII il «Liceo diocesano», che affida alla dirczione dei Padri Sale-siani. Per aiutare la crescita spirituale della diocesi, favorisce l’insediamento di comunità religiose.
La considerazione di cui gode in campo ecclesiale trova si-gnificativa conferma nella partecipazione, come membro di nomina pontificia, alla VII Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi, convocato a Roma da Giovanni Paolo II nell’ottobre del 1987, per approfondire il tema della «Vocazio-ne e missione dei laici nella Chiesa e nel mondo a 20 anni dal Concilio Vaticano II». Offre un importante contributo ai lavo-ri, collaborando alla redazione dei Lineamenta introduttivi del dibattito ed intervenendo a proposito di argomenti cruciali, come la natura teologica dei sacramenti (in particolare della confessione), l’indole secolare dei laici, il rapporto tra istituzio-ne e carisma e quindi tra autorità e aggregazioni laicali, con particolare attenzione ai movimenti ecclesiali, alla formazione del clero e alla sua unità con il Vescovo.
L’impegno pastorale, scientifico ed umano di Eugenio Corecco culmina con la fondazione dell’Accademia teologica di
Lugano, nell’ottobre del 1992. In questa iniziativa, maturata gradualmente nel tempo, e che, nella sua fase attuativa, incontra singolare attenzione e sostegno da parte del Santo Padre,convergono una pluralità di motivazioni, che ben riflettono la ricchezza della personalità del Fondatore. All’origine sta certamente la sollecitudine del pastore, che vuole ricondurre alla responsabilità della diocesi l’importante momento della formazione intellettuale ed umana dei seminaristi, riportando il seminario al centro dell’ambiente ecclesiale e sociale in cui i futuri sacerdoti svolgeranno il loro ministero; ma vi è anche la preoccupazione dello studioso, che avverte come l’opera di evangelizzazione, cui sono chiamate tutte le componenti del popolo di Dio, non possa essere disgiunta ne da una salda preparazione intellettuale e culturale, ne dal riferimento fedele e costante al Magistero della Chiesa. E infine presente la sua sensibilità umana, consapevole delle sfide che provengono dal confronto con ambienti e valori secolarizzati, ai quali egli intende offrire, con l’annuncio e la testimonianza della fede, il contributo della presenza cristiana, tanto più costrut-tivo quanto più capace di cogliere criticamente gli avvenimen-ti del suo tempo.
Con queste motivazioni, il progetto di istituire a Lugano un’accademia di studi teologici e filosofici, aperta a seminaristi e a fedeli laici provenienti anche da altre realtà, in particolare dalle Chiese dell’Est europeo e del Terzo Mondo, ha immedia-tamente trovato ampio favore tra numerosi studiosi che, condi-videndo le finalità ed il metodo pedagogico di tale istituzione, hanno collaborato alla formazione del corpo docente. Per con-sentire il sostegno economico dell’iniziativa, Eugenio Corecco erige nel 1991 la Fondazione ecclesiastica «Monsignor Vincen-zo Molo». Con decreto dell’8 maggio 1992 la Congregazione per l’educazione cattolica riconosce l’Istituto di Teologia di Lugano e ne approva «ad experimentum» quinquennale gli Sta-tuti e l’Ordine degli studi. Con procedura insolitamente abbre-viata, l’Istituto viene eretto a Facoltà, con diritto di conferire titoli di dottorato validi per la Chiesa Universale, già il 20 no-vembre 1993. Contemporaneamente, nel contesto di un ampio programma di rivitalizzazione degli studi filosofici e teologici, è stata ideata da un Comitato scientifico internazionale, riunito sotto la denominazione di AMATECA e presieduto da monsi-gnor Corecco, la pubblicazione di una serie di manuali di Teo-logia cattolica.
Per il suo impegno scientifico, connotato da una profonda novità metodologica nello studio del Diritto canonico, che, po-
nendo a fondamento delle strutture ecclesiali la realtà ontologica della «communio», ha consentito di valorizzare anche le implicazioni teologiche di tale disciplina, nonché per i meriti dellasua opera pastorale ed educativa, la Facoltà teologica dell’Università di Lublino gli conferisce, nell’aprile del 1994, il dottorato «honoris causa»
.
Già dall’aprile 1992 si sono manifestati i primi sintomi della sua grave malattia. Dopo un’iniziale fase di regresso, il male si ripresenta in forma particolarmente aggressiva nel dicembre 1993, inducendo il vescovo ad informare personalmente i
fedeli circa il suo stato di salute. Con la serenità dell’uomo di fede ma anche con la determinazione di un carattere abituato ad affrontare le situazioni della vita, egli chiede le loro pre-ghiere ed un rinnovato impegno ecclesiale. Comprende che la sua malattia è una preziosa occasione di fecondità per il suo ministero pastorale, che adempirà fino alla fine con una do-nazione di sé, che ha profondamente segnato la coscienza del suo popolo.
Muore a Lugano il 1 marzo 1995, Mercoledì delle Ceneri, ed è sepolto nella cripta della basilica del Sacro Cuore, accanto ai suoi predecessori*.

* II 16 dicembre 1995 è stata costituita V Associazione internazionale amici di Eu-genio Corecco, Vescovo di Lugano, dal cui bollettino queste note biografiche sono trat-te. Scrive il presidente, S. E. mons. Angelo Scola, nella prefazione: «Lo scopo dell’Associazione internazionale amici di Eugenio Corecco, Vescovo di Lugano è fondato sulla certezza, costitutiva per la nostra fede, che il carissimo Vescovo Eugenio è vivo ed at-tende tutti noi nel luogo del riposo definitivo. Quanti hanno avuto la grande ventura di incontrarlo nella loro vita – e sono molti: di varia nazionalità, di varia estrazione sociale e culturale, di diverse sensibilità – sono stati toccati dalla Sua persona ed hanno il desiderio che la Sua presenza, anche se sottratta allo sguardo, continui a generare, anzitutto in loro, ma nella Chiesa tutta e nella società, quel tipo di posizione umana di cui hanno potuto godere conoscendolo. Con questa sicura speranza essi vogliono ap-profondire i rapporti di amicizia cristiana, secondo l’ampiezza di umanità e di fede che egli ci ha insegnato nella sua vita terrena e che è esplosa, in tutta la sua evidenza, negli anni della grande prova e nel momento del suo passaggio alla vita definitiva in Cristo.  Il desiderio è che questo patrimonio di fede e di amicizia non si disperda! Gli Statuti dell’Associazione ne indicano gli scopi, ma sono solo l’alveo di una libera iniziativa che, senza creare inutili sovrastrutture, può consentire un cammino più spedito nella vocazione e missione cristiana di quanti vi aderiscono».

Canonista e pastore per l’edificazione della «communio» ecclesiale di GRAZIANO BORGONOVO Professore stabile di Teologia morale fondamentale alla facoltà di Teologia di Lugano

La personalità umana, scientifica ed ecclesiale di Eugenio Corecco è come per intero racchiusa e mirabilmente concen-trata nella sua prima Lettera pastorale da Vescovo di Lugano, Siate forti nella fede, indirizzata ai fedeli per la Pasqua del 1987 1. Ripercorrerne da vicino i passaggi ci sembra il metodo più appropriato per cogliere i tratti salienti di una personalità ricca, poliedrica, che nella fede integralmente vissuta ha sem-pre incontrato il punto unitario e sintetico d’espressione. La profonda capacità di indagine, le categorie teologiche di riferimento, l’avvertenza pedagogica per il cammino delle persone affidategli, affiorano qui con forza.
Due ulteriori richiami ci offrono in modo diretto l’ampiezza di prospettiva che la posizione umana di Eugenio Corecco era in grado di abbracciare. La vigilia della consacrazione, il 28 giu-gno 1986, stando in un monastero di clausura di suore bene-dettine, aveva spiegato dagli schermi televisivi il motto scelto per lo stemma del suo ministero episcopale, «in omnibus aequitas quae est Deus»: «Sono convinto, con tutta la tradizione cri-stiana che ha prodotto questa formula già nel ‘200, che l’equità è una forma superiore della giustizia. Anzi, coincide con la giu-stizia di Dio. La giustizia di Dio è misericordia e perdono. Non ha come simbolo la bilancia umana, dove si pesa meticolosamente il dare e l’avere, ma ha come simbolo la croce che è l’espressione della redenzione e del perdono di Dio» 2 . E quasi sette anni più tardi, in occasione del pontificale per il primo «Dies Academicus» della Facoltà di Teologia da lui fondata, il 13 gennaio 1993: «Lo studio della teologia è indispensabile al cristiano per saper dare al mondo le ragioni profonde e perciò anche razionali della sua fede, come del resto, fin dall’inizio ci ha esortati a fare san Pietro, con la sua prima lettera (1 Pt 3, 15). Lo studio della Teologia, tuttavia, non può non avere, quale risvolto, l’adesione esistenziale della nostra persona alla persona di Cristo. Solo così la nostra testimonianza evita il rischio di essere ideologica, per essere, invece, comunicazione agli altri dell’esperienza di fede vissuta dalla nostra persona» 3. Dove appaiono con evidenza l’erudiziene del giuri-sta e l’intelligenza del teologo, entrambe ricondotte alla sola Fonte – la persona di Cristo – che le sostiene in quell’orizzonte ecclesiale, della cui verità il pastore è garante.  In Siate forti nella fede tale organicità d’impostazione raggiunge il suo vertice.
Occorre pure essere avvertiti del notevole spazio che il genere letterario epistolare ha occupato nel magistero episcopale
di Mons. Eugenio Corecco. Accanto alle più classiche Letterepastorali (Siate forti nella fede, per la Pasqua 1987; Per la costi
tuzione del Consiglio Pastorale Diocesano, gennaio 1988; La verginità nel ministero sacerdotale,rivolta ai mèmbri del presbiterio diocesano per il giovedì santo 1988; Annunciate il Vangelo,Quaresima 1989; Preparazione e celebrazione del sacramento della Confermazione,Quaresima 1991; L‘insegnamento religioso nelle scuole, Quaresima 1993, lettera aperta, quest’ultima,indirizzata a tutti i genitori; e Le zone pastorali, 4 novembre 1994, nella festa di san Carlo Borromeo), troviamo infatti tutta una serie di scritti di notevole rilievo, accomunati da un genere letterario affine: le cinque Lettere dal Smodo dei Vescovi, riuniti a Roma nell’autunno 1987 sul tema «Vocazione e missione dei laici nella Chiesa e nel mondo, a 20 anni dal Concilio Vaticano II»; le Lettere dall’America Latina e dalla lena Santa (feb-braio 1988); e infine una seconda serie di quattro Lettere dal Smodo dell ottobre 1990 sull’identità e la formazione sacerdo-tale, ^ultima delle quali diretta specificamente ai giovani.
Ciò che vorrei ora tentare di porre brevemente in rilievo sono i temi costantemente ricorrenti, certamente nelle lettere, ma ancor prima nell’insieme degli scritti canonistici e teologici di Mons. Eugenio Corecco, vale a dire la fede, la persona uma-na e la sua dimensione ecclesiale (in sintesi: «fides et commu-nio», formula che potrebbe avere, come corrispondente giuri-dico, quella data alla presente raccolta di scritti canonistici, «ius et communio»}, limitandomi in questa sede all’analisi di Siate forti nella fede, la grande lettera programmatica d’apertura del suo ministero episcopale. La ricca personalità dell’Autore vi emerge m modo nitido. Condurrò tale indagine passando in rassegna i riferimenti diretti di Mons. Corecco ai testi della Sacra Scrittura, ai documenti del Concilio Ecumenico Vatica-no II, all’insegnamento del Magistero Pontificio. Potremo rica-varne un duplice vantaggio: a) cogliere il nesso fede-persona-Chiesa, collocandocib) proprio all’interno di quella dimensio-ne ecclesiale che nutre la fede della persona credente.

1. Una fede totalizzante
La Lettera pastorale Siate forti nella fede contiene tre riferimenti al Concilio Vaticano II che, da soli, basterebbero a giustificare il nostro approccio. Essa si apre con una citazione di Gaudium et Spes 43, 1, in cui è descritta la drammatica situa zione odierna: «II divorzio, che si constata in molti, tra la fede che professano e la loro vita quotidiana, va annoverato tra i più gravi errori del nostro tempo». Dopo aver individuato nellaperdita del senso religioso la causa ultima di tale spaccatura, Mons. Corecco, introducendo la questione dell’integralità della persona – della persona, cioè, considerata in tutte le sue componenti costitutive – rinvia a Dei Verbum 5, quando con lucidità afferma: «Mentre la conoscenza razionale dell’esistenza di Dio impegna l’uomo a livello della sua intelligenza, la fede nel mistero della Trinità presente nel mondo attraverso Cristo e la Chiesa, coinvolge necessariamente l’uomo “tutto intero” (DV5), nella totalità delle sue facoltà mentali, volitive, psicologiche ed affettive. Nell’atto di fede l’uomo non risponde a Dio solo con una parte di se stesso, ma con il consenso di tutta la sua perso-na». Verso chi, precisamente, è diretta l’adesione di fede della persona tutta intera? Nella risposta incontriamo il rimando aLumen Gentium 1 e il rapporto Cristo-Chiesa comincia ad essere tematizzato a fondo. Essa è diretta «a quel Dio che in concreto si manifesta nel mondo attraverso il volto umano di Gesù Cristo, ancora presente nella storia attraverso la Chiesa… La Chiesa, infatti, malgrado le sue molteplici precarietà, è il segno inconfondibile della presenza di Cristo Salvatore del mondo».

2. Una fede ecclesiale
La descrizione della dinamica dell’atto di fede, della fede personale – della quale, suggerisce Mons. Corecco, dovremmo gloriarci, se ne fossimo consapevoli, esserne cioè lieti, pieni di stupore e riconoscenti a Dio per essere stati immersi nelle profondità del mistero trinitario – culmina esattamente con l’affermazione, supportata da Ef 1, 4-5 in cui san Paolo descrive il mistero della salvezza nella Chiesa, che «l’adesione alla Chiesa coincide, perciò, con l’adesione al mistero della Trinità, alla cui immagine e somiglianzà l’uomo è stato preventivamente creato “per mezzo di Cristo” (Ef 1, 5). Infatti, in Cristo nostro Signore, “Dio ci ha scelti prima della stessa creazione del mondo (Ef ì, 4)». Alla rivelazione, attraverso cui Dio manifesta se stesso all’uomo come l’essere trinitario, la risposta e l’adesione, libera e personale, dell’uomo, è possibile solo grazie ad un dono soprannaturale che Dio stesso fa all’uomo, vale a dire la grazia della fede. Per questo, prima ancora del culmine segnato dal passaggio riferito della lettera agli Efesini, Mons. Corecco ripete, in apertura della sua lettera pastorale e indicandola come conferma storica della constatazione lapidaria dei Padri Conciliari in GS 43,1, la vibrante esortazione rivolta da san Paolo ai cristiani della prima generazione: «Resistete fermi e saldi nella fede e non lasciatevi allontanare dalla speranza promessa nel Vangelo che avete ascoltato» (Col 1,23). Il successivo: «Non conformatevi alla mentalità di questo mondo!» (Rm 12, 2), stigmatizza, segnalando il cedimento culturale del cristiano moderno nei confronti dell’opinione dominante e delle abitudini prevalenti, la dissociazione da lui vissuta nell’intimità del proprio «io», cristiano moderno definito come «persona divisa in se stessa».
Tutti gli altri riferimenti scritturistici della Lettera Siate forti nella fede si collocano laddove Mons. Corecco passa a trattare (ed è la parte conclusiva) della necessità e dell’urgenza della catechesi, intesa come strumento indispensabile per la riappropriazione della fede cristiana sul piano dei contenuti e dell’impegno esistenziale, personale e comunitario. Fede che è «fede della e nella Chiesa» e assumendo la quale fino in fondo solo possiamo arrivare ad esprimere adeguatamente la nostra personalità. Oltre a Mt 19, 29 e a 1 Cor 2, 10-15, soprattutto 1 Ts 5,21, Col 2, 8 e 1 Pt 3, 15 forniscono altrettanti criteri metodologici convergenti per la «posizione critica e profetica – sono ancora parole del Vescovo di Lugano – che il cristiano deve assumere nel mondo contemporaneo», quel mondo contemporaneo che vive – e in quanto lo vive la posizione del cristiano ha da essere critica e profetica – il dramma della «rottura tra Vangelo e cultura» (espressione quest’ultima di Paolo VI nell’Enciclica Evangelii nuntiandi, n. 20, su cui subito ritorneremo).  Ecco dunque le consegne di san Paolo e di san Pietro, decisive perché la novità insita nelle verità e nella grandezza della fede in Cristo determini la concretezza della vita di coloro che la professano e i giudizi nei quali essa si esprime: «Esaminate ogni cosa, tenete ciò che è buono» (1 Ts 5,21); «Badate che nessuno vi inganni con la sua filosofia, con vuoti raggiri ispirati alla tradizione umana, secondo gli elementi del mondo e non secondo Cristo» (Col 2, 8); fino al conclusivo e sommamente positivo, siate «pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi la ragione della speranza che è in voi» (1 Pt 3, 15).$

3. Una fede missionaria
Un passaggio della prima lettera pastorale dell’allora Card. Montini (1957), divenuto poi con l’elezione al soglio pontifìcio uno dei maggiori artefici del Vaticano II stesso, offre a Mons. Corecco la base per l’individuazione della causa ultima di quella crisi che attanaglia e in cui si dibatte l’uomo contem-poraneo. «Ecco: davanti a noi si stende il panorama del nostro mondo contemporaneo, pieno di vita, di pensiero, di attività, di conquiste. La città terrena va trasformandosi e costruendosi in nuove e grandi forme di civiltà. L’uomo cresce: di numero, di cultura, di potenza. Studi ed affari, imprese ed interessi, mac-chine e soldi, viaggi e ricchezze, divertimenti e piaceri, sogni e progetti assorbono il suo spirito, che si è fatto chiaro, calcola-tore, operoso, sociale, edonista. L’attualità lo prende. Anche le sue speranze sono diventate dinamiche per il presente. La terra è il suo regno. Ed il regno dei cieli? E la vita futura? E il desti-no soprannaturale dell’uomo? E il mistero della vita e dell’universo? E Dio? L’uomo moderno va perdendo il senso religioso». «Abbiamo magari mille ragioni per valutare con una certa distanza interiore l’entusiasmo e l’ottimismo di chi divenne il futuro papa Paolo VI», commenta Mons. Corecco, offrendo poi esempi di drammatiche vicende umane accadute negli ultimi decenni. «Forse abbiamo ragione di essere oggi cautamente meno ottimisti, ma un punto rimane fermo ed è la constatazio-ne drammatica formulata dal Cardinale Montini con assoluta lucidità trent’anni or sono: l’uomo moderno va perdendo il senso religioso», va annebbiandosi, cioè, quella capacità, inscritta nella persona umana, di porsi globalmente il problema del de-stino e del senso ultimo della sua esistenza.
Di fronte alle varie forme ideologiche di comprensione dell’umano (consumismo, conformismo democratico, razionalismo liberale, fino all’ideologia marxista), tutte volte a ridurne la portata in funzione di un progetto politico di potere, Mons. Corecco sollecita i cristiani a ridiventare consapevoli di sé anzitutto come uomini (primo aspetto), prendendo profondamente coscienza dell’anelito religioso naturale inscritto nell’uomo concreto e reale che ciascuno è, creato ad immagine e somiglianza del Dio Uno e Trino, e perciò irriducibile nella sua dignità. È a questo proposito che torna per due volte il riferimento (e a questo livello è individuata anche la sua «novità culturale») all’Enciclica Redemptor hominis di Giovanni Paolo II. La coscienza di essere cristiani, di aver cioè ricevuto in dono la capacità di compiere l’atto di fede in Cristo Salvatore (secondo aspetto), sarà allora più matura e consistente. Un rinvio all’esortazione apostolicaCatechesi tradendae e all’Enciclica Redemptoris Mater ingloba la trattazione conclusiva sulla catechesi, necessaria perché tutti diventino «forti nella fede», ad immagine di Colei che è «diventata realmente presente nel mistero di Cristo proprio perché “ha creduto”» (RM, n. 2).
E la Chiesa, Mater et Magistra (Giovanni XXIII), a generare nuovi figli con il Battesimo e a nutrirne l’innato senso religioso con l’insegnamento delle verità di fede. La prima imprescindibile esigenza, perciò, è quella di fornire ai fedeli risposte chiare sulle verità certe della fede. Mons. Corecco lo dice citando Paolo VI (Evangeli! nuntiandi, n. 79): la catechesi e la predicazione non devono trasmettere «dubbi e incertezze nati da una erudiziene male assimilata, ma alcune certezze solide, perché ancorate nella parola di Dio. I fedeli hanno bisogno di queste certezze per la loro vita cristiana e ne hanno diritto in quanto figli di Dio». Da qui, passando attraverso l’adesione ecclesiale di tutta la persona umana alla Persona divina di Cristo, la fede cristiana diventa criterio di vita. «Per la Chiesa – suona un ter-zo e ultimo passaggio tratto da Evangelii nuntiandi (n. 19) – non si tratta soltanto di predicare il Vangelo… a popolazioni sempre più estese, ma anche di raggiungere e quasi sconvolgere mediante la forza del Vangelo i criteri di giudizio, i valori determinanti, i punti di interesse, le linee di pensiero, le fonti ispiratrici e i modelli di vita dell’umanità che sono in contrasto con la Parola di Dio e con il disegno della salvezza». La fede, insomma, rimane in ciascuno ancora parziale, incompleta, non-matura, finché non si esprime in giudizi incidenti sulla vita, oppure se non diventa, detto con i termini da cui prenderà le mosse la seconda grande Lettera pastorale di Mons. Eugenio Corecco, Annunciate il Vangelo, «impeto missionario».

4. « Communio» ed evangelizzazione
I tre riferimenti conciliari (GS 43; DV5; LG 1), gli otto scritturistici (Col 1, 23; Rm 12, 2; £/1, 4-5; M/ 19, 29; 2 Ts 5, 21;Co/2, 8; 1 Cor 2, 10-15; 1 Pt 3, 15) e gli otto pontifìci (uno a Giovanni XXIII,Mater et Magistra, tre a Paolo VI, Evangelii nuntiandi, e quattro a Giovanni Paolo II, Redemptor hominis- due volte -, Catechesi tradendae e Redemptoris Mater), oltre che il rimando alla prima Lettera pastorale del Cardinale Montini, ci sembra possano dunque essere adeguatamente as-sunti per cogliere sia la connessione fede-persona-Chiesa, qua-le emerge da Siate/orti nella fede, sia la personalità stessa del suo Autore, l’illustre canonista divenuto Vescovo di Lugano.  Due ultime citazioni ne offrono la comprensione definitiva-mente sintetica. Da esse promana quella semplicità che solo i santi hanno saputo vivere e, perciò, esprimere. Se l’agostiniano:
«Ci hai fatto, Signore, per Tè, ed è irrequieto il nostro cuore, finché non riposa in Tè!», mostra la tensione originaria della persona umana per l’Infinito e il dramma insito nell’esistenza, la formula con cui san Pio X apriva il suo Catechismo: «Dio ci ha creati per conoscerlo, amarlo e servirlo quaggiù onde poter-lo godere per sempre in Paradiso», conferisce al tempo fugge-vole la sua prospettiva eterna e dunque la ragione adeguata per essere dignitosamente vissuto. Consapevole di ciò, sarà possibi-le per il cristiano riappropriarsi con pienezza di quella fede nel mistero trinitario che ha ricevuto in dono attraverso il Battesi-mo, la grande azione ecclesiale che lo ha reso membro vivo del Corpo di Cristo.
Nel discorso di ringraziamento conclusivo al Simposio Internazionale sugli studi canonistici di Eugenio Corecco, avvenuto a Lugano il 12 novembre 1994, riprendendo un’affermazione del prof. Gerosa, l’allora Pastore della Chiesa luganese, già profondamente segnato dalla malattia, ha spiegato: «Questa ” Ordinatio fidei” non è stata assolutamente il frutto di una elucubrazione intellettuale, fatta in modo puramente speculativo. E nata da un’esperienza ecclesiale…, da un’esperienza per cui mi è venuto spontaneo parlare in termini scientifici di concetti e nozioni che avevano un impatto comunque, dal profilo esistenziale, nella vita dei giovani, così come la fede, la communio e tante altre cose» 4.
«Grazie alla sua profonda comprensione della fede e della vita cristiana – ha scritto di lui il prof. José Luis Illanes – Corecco ha potuto concepire la teologia e lo studio del Diritto canonico come due ambiti intimamente uniti e che costitui-scono un elemento decisivo al servizio dell’evangelizzazione…  E questo uno dei regali più preziosi che Eugenio Corecco ha lasciato, non solo alla Facoltà di Teologia di Lugano, ma an-che al mondo teologico e canonistico internazionale e alla Chiesa di questi ultimi anni del ventesimo secolo» 5. La socie-tà stessa non può che trarre vantaggio da testimonianze di si-mile grandezza perché il suo risanamento «inizia negli uomini che mirano in modo generoso alle cose lontane. Uno di loro era il Vescovo Eugenio». 6

 

1 In: «II monitore ecclesiastico della Diocesi di Lugano» 93 (aprile 1987), n. 4, 168-185, ed anche su fascicolo-estratto, primo di una serie di dieci, in cui sono raccolti i momenti più significativi del Magistero episcopale di Mons. Eugenio Corecco. Ad essa si farà in seguito più volte diretto riferimento. Siate forti nella fede è pure pubbli-cata dall’editrice Piemme nella collana “Euntes docete” diretta dal card. G. Biffi (n. 26).

2 Omelia alla Televisione della Svizierà Italiana, in: «Associazione Internazionale Amici di Eugenio Corecco, Vescovo di Lugano» 1 (novembre 1996), n. 1, p. 10.  3 E. COKECCO, «Siate/orti nella fede», a cura di F. Lombardi e G. Zois, Edizioni Giornale del Popolo, Lugano 1995, p. 181.

3 E. CORECCO, «Siate/orti nella fede», a cura di F. Lombardi e G. Zois, Edizioni Giornale del Popolo, Lugano 1995, p. 181.

4 L. GEROSA (a cura di), Antropologia, fede e diritto ecclesiale, Jaca Book, Milano 1995, p. 141. In questa circostanza i proff. L. Gerosa e L. Miiller hanno ufficialmente presentato l’edizione tedesca di alcuni scritti canonistici di E. Corecco, da loro curata: Ordinatio fidei. Schriften Mm kanonischen Rechi, Schóningh, Paderborn 1994.

5 J. L. ILLANES, Maestro di scienza e di vita cristiana: l’esempio di un vero pa-
store, in: E. CORECCO, «Siate/orti nella fede», a cura di F. Lombardi e G. Zois, cit., pp. 374-375, oppure in: G. BORGONOVO (a cura di), Gesù Cristo, legge vivente e per-sonale della Santa Chiesa. Atti del IX Colloquio Internazionale di Teologia di Lu-gano sul «Primo capitolo dell’Enciclica Veritatis Splendore, Piemme, Casale Monfer-rato 1996, pp. 301-302.

6 S. GRYGIEL, Egli mirava alle cose lontane…, «Rivista Teologica di Lugano» 1 (1996), n. 1, p. 152. D prof. Grygiel ha svolto la sua testimonianza ad un anno dalla morte di Mons. Corecco ed in occasione del quarto «Dies Academicus» della Facoltà di Teologia di Lugano (16 marzo 1996).

Una chiave di lettura di Arturo Cattaneo

Pubblicato in E. Corecco, Ius et communio. Scritti di Diritto Canonico, a cura di G. Borgonovo e A. Cattaneo, Casale Monferrato 1997, pp. 35-43

Basta uno sguardo all’indice di questi due volumi per apprezzare l’importanza del contributo apportato da Corecco alla canonistica. Oltre ai sette temi che in quest’opera raccolgono i suoi articoli più significativi andrebbero menzionate altre questioni alle quali l’insigne canonista svizzero dedicò meno spazio, ma che mostrano l’ampiezza dei suoi interessi: il diritto ecclesiastico dello Stato, le relazioni Chiesa–Stato, l’amministrazione della giustizia e la sentenza canonica, il ruolo dell’università cattolica e altri come ben mostra l’elenco bibliografico riportato in questo volume.
Il valore del suo contributo, più che dalla sua ampiezza, proviene però soprattutto dallo spirito innovativo e dall’originalità con cui – sempre pienamente fedele al magistero della Chiesa – seppe affrontare le diverse questioni. Il desiderio di contribuire ad un rinnovamento del diritto canonico e l’originalità di alcune delle sue proposte sono infatti altrettante espressioni del suo vivo amore alla Chiesa ed in modo particolare al Romano Pontefice, quale primo rappresentante di Cristo sulla terra e, come tale, principio e fondamento della comunione ecclesiale.
In queste poche pagine non sarà evidentemente possibile analizzare i diversi aspetti della sua produzione scientifica, dello sviluppo del suo pensiero e nemmeno segnalare in che cosa consiste l’originalità di alcune delle soluzioni da lui proposte. Una serie di studi sul contributo di Corecco verrà pubblicata negli Atti del Simposio celebratosi a Roma nel novembre 1996 per commemorare quattro grandi canonisti della seconda metà del secolo, fra cui lo stesso Corecco. Altri congressi ed altri studi contribuiranno a mettere a fuoco il valore delle sue proposte. In questa sede ci limiteremo perciò ad indicare quella che ci sembra essere la chiave di lettura per comprendere ed apprezzare i suoi scritti scientifici.

1.La canonistica nell’orizzonte della fede e della teologia
Già il titolo che abbiamo scelto per questa raccolta: “Ius et communio” manifesta la chiave di lettura dei suoi scritti. Il filo d’Arianna che percorre le sue riflessioni canonistiche è infatti la convinzione che il diritto ecclesiale va elaborato e rinnovato quale elemento intrinseco al mistero di comunione che è la Chiesa. Il diritto canonico dovrà perciò essere necessariamente compreso in una prospettiva di fede e la canonistica studiata quale scienza teologica e non meramente giuridica.
Per comprendere l’originalità della proposta di Corecco ed il suo impegno nel propagarla occorre situarla fra le varie correnti della canonistica odierna. Esse si differenziano per la rilevanza che viene attribuita ai due aspetti presenti nel diritto canonico: quello teologico e quello giuridico. I diversi modi di metterli in relazione, di essere uno determinante per l’altro e di caratterizzare quindi ciò che possiamo chiamare il “metodo canonistico” ha dato luogo alle cosiddette Scuole di diritto canonico. Secondo la priorità che viene attribuita a uno o all’altro aspetto, le questioni epistemologiche e metodologiche vengono focalizzate e risolte diversamente. Il diritto canonico può infatti essere inteso come una realtà essenzialmente ecclesiale specificata giuridicamente, oppure come una realtà essenzialmente giuridica specificata ecclesialmente. Nel primo caso il suo studio verrà considerato come scienza teologica, nel secondo come scienza giuridica 1 .
Fra i più convinti assertori della prima posizione va senz’altro annoverato Eugenio Corecco. Il canonista svizzero ha raccolto e diffuso con grande impegno quell’istanza del suo maestro Klaus Mörsdorf rivolta a far sì che il diritto canonico venisse compreso quale elemento essenziale della Chiesa e a promuovere un rinnovamento della canonistica nella consapevolezza della sua natura teologica 2 .
La percezione della teologicità del diritto canonico è imprescindibile per cogliere le profonde differenze esistenti fra quest’ultimo ed il diritto secolare. L’importanza di tale discernimento si è acutizzata nella misura in cui il diritto secolare appare sempre più affetto dal formalismo positivista. L’impulso dato da Mörsdorf e Corecco alla canonistica tende quindi a renderla più attenta al mistero della Chiesa, alla configurazione kerigmatico-sacramentale della sua vita e alle esigenze che derivano dalla sua missione salvifica.
La concezione promossa da Mörsdorf e sviluppata da Corecco ha suscitato grande interesse e approvazione in vasti settori della canonistica e ha trovato un importante riconoscimento sia nel magistero di Paolo VI che in quello di Giovanni Paolo II. Chiara testimonianza di ciò sono alcuni importanti discorsi di Paolo VI sul diritto canonico. Quest’ultimo venne qualificato dal Papa come uno “ius sacrum, prorsus distinctum a iure civili“per il fatto che si tratta di uno “ius societatis visibilis quidem, sed supernaturalis, quae verbo et sacramentis aedificatur et cui propositum est homines ad aeternam salutem perducere” 3 .
Tale impostazione è stata però anche criticata, e a volte in modo alquanto radicale, da parte di canonisti di altre Scuole. Il più diffuso malinteso sulla teologizzazione della canonistica proposta da Corecco è quello di pensare che essa porti a degiuridizzare il diritto canonico. Quest’ultimo si diluirebbe cioè nella teologia a scapito della sua giuridicità: della sua imperatività, della sua forza vincolante e della precisione richiesta da ogni complesso legislativo. Alla base di questo malinteso sembra esserci un equivoco sul concetto di teologia, di disciplina teologica e quindi su quello di teologizzazione.
Un presupposto indispensabile per ogni dibattito scientifico è l’accordo sul significato dei termini usati. Conviene quindi, prima di tutto, chiarire i termini fondamentali del discorso di Corecco.
In primo luogo occorre tener presente che per teologia va intesa ogni conoscenza di Dio e del suo disegno salvifico alla luce della fede (il che implica la comunione con la Chiesa e, in particolar modo, la guida del magistero). In questa visione amplia – ma tuttavia profondamente unitaria in virtù della luce della Rivelazione – si distinguono varie discipline teologiche secondo le diverse prospettive con le quali viene contemplato l’unico piano salvifico: sistematica, morale, ascetica, pastorale, liturgica, storica… e giuridica.
Ecco allora perché la canonistica non può venir considerata quale mera scienza giuridica, come se avesse il medesimo oggetto formale e metodo della scienza giuridica secolare. Ciò equivarrebbe infatti a lasciare al margine o al di fuori dello studio del diritto canonico la considerazione che il nucleo delle sue norme appartiene alla Rivelazione, con le conseguenze che ne derivano.
Si comprende così perché la teologizzazione del diritto canonico non implichi affatto una degiuridizzazione di quest’ultimo. In uno dei suoi primi scritti Corecco, insieme al collega e amico A.M. Rouco Varela, affermò con tutta chiarezza: “Non vi sarebbe equivoco maggiore che quello di confondere – o equiparare – la ‘teologizzazione’ del diritto canonico con la sua ‘degiuridizzazione’. Gli stessi dati ecclesiologici che ci hanno portato a sostenere la sua peculiarità teologica ci costringono a riconoscere il suo carattere giuridico” 4 . In uno scritto posteriore Corecco aggiungeva e spiegava: “La teologizzazione o sacramentalizzazione del diritto canonico non portano alla sua de-giuridizzazione, poiché la normatività che emerge dalla Chiesa – evidenziata dall’istituto della scomunica – è indice inequivocabile di un’autentica giuridicità, cioè dell’esistenza di un’intimazione vincolante per i rapporti intersoggettivi dei cristiani nei confronti dell’autorità ecclesiale e tra loro. Non esiste infatti realtà più fortemente vincolante e imperativa del fatto che Dio si manifesti agli uomini attraverso la concretezza storica della Chiesa. (…) Il diritto canonico ha una forza vincolante tanto più grande rispetto al diritto secolare quanto più è profondamente radicato nella normatività del ius divinum, non primariamente naturale, ma positivo, cioè della rivelazione” 5 .
La raccolta di alcuni dei principali scritti di Corecco pubblicata in tedesco venne significativamente intitolata “Ordinatio fidei” 6 . Nell’articolo introduttorio L. Gerosa presenta l’espressione “ordinatio fidei” come il concetto chiave dell’insegnamento canonistico del suo maestro 7 . Con questa espressione Corecco ha cercato infatti di evidenziare le conseguenze che, nella concezione della legge canonica, devono essere tratte dall’indicazione epistemologica conciliare “in iure canonico exponendo… respiciatur ad Mysterium Ecclesiae” (Optatam totius, 16/d). In altri termini si tratta di estendere il discorso sulla teologicità del diritto canonico al tema della legge canonica e di introdurre la centralità della fede nel nucleo stesso della sua definizione.
Per comprendere il valore della proposta di Corecco va anche ricordato che il Codice non offre nessuna definizione formale della legge canonica. È perciò compito dei canonisti elaborare tale definizione e spiegare quali sono gli elementi costitutivi della lex canonica. Finora la dottrina si era limitata a prendere come base la definizione di legge formulata da San Tommaso d’Aquino:“Lex est quaedam rationis ordinatio ad bonum commune, ab eo qui curam communitatis habet, promulgata” 8 . L’innovativa proposta di Corecco consiste nell’affermare che l’elemento formale della legge canonica non è sufficientemente espresso dall’espressione ordinatio rationis e che quest’ultima va sostituita con quella di ordinatio fidei.
Anche questa proposta è stata accolta con grande interesse, ma è stata pure criticata. Il motivo principale delle critiche ci sembra risiedere in un malinteso. La sostituzione della “ordinatio rationis” con la “ordinatio fidei” venne infatti interpretata come se la ragione venisse esclusa e sostituita dalla fede. Diversi canonisti hanno perciò proposto di mantenere l’espressione“ordinatio rationis” aggiungendovi “fide illuminatae” 9 . Una lettura attenta delle tesi di Corecco ci porta invece a riconoscere che la sua proposta non implica affatto tale esclusione o sostituzione, per il semplice motivo che la fede non sostituisce la ragione, ma la presuppone e la illumina.

2.   La necessità del metodo teologico per la canonistica
Uno degli aspetti più originali del contributo di Corecco si trova nell’affermazione che la canonistica non è solo una disciplina teologica, ma che anche il suo metodo è teologico. Per evitare malintesi occorre in primo luogo osservare che essa va presa “non come formula definitoria, ma come criterio orientativo” 10. Un criterio che indica innanzitutto che nella canonistica il metodo non è eterogeneo alla sua essenza teologica, ma un modo di pensare adeguato alla natura del diritto ecclesiale. “Il metodo – ha osservato Corecco – deve essere definito a partire dalla natura dell’oggetto e non viceversa”.11
In fondo si tratta semplicemente di trarre le conseguenze metodologiche dalla teologicità del diritto canonico e dalla centralità della fede nella sua comprensione. Ciò che Corecco voleva evitare era soprattutto l’errore “di credere che dopo aver dimostrato l’esistenza di uno statuto teologico del diritto canonico sia ancora possibile trattarlo dal profilo giuridico come realtà secolare” 12 . Egli affermò di conseguenza: “La scienza canonistica deve applicare con rigore il metodo teologico, lasciando a quello giuridico – così come è stato elaborato dalla scienza giuridica moderna – il ruolo di disciplina solo ausiliare, poiché il nesso tra il diritto divino e quello canonico-umano può essere stabilito soltanto all’interno della logica e della metodologia proprie alla fede” 13 .
Anche qui è necessario spiegare brevemente che cosa significa l’espressione “metodo teologico”. Il metodo teologico (o logica della fede) consiste essenzialmente nel basarsi sui princìpi offerti dalla Rivelazione e nel procedere alla luce della fede (e quindi con la guida del magistero). Proprio per questa centralità della fede la teologia venne tradizionalmente chiamatascientia fidei. Il metodo teologico, comune a tutte le discipline teologiche, trova in ciascuna di esse una determinata specificazione, in consonanza con le caratteristiche del rispettivo punto di vista. Ciò implica che anche il metodo giuridico riceve dalla fede una intrinseca modalizzazione. Il canonista si distingue perciò “da un dogmatico o da un altro teologo, perché l’oggetto materiale della sua conoscenza non è il mistero cristiano nella sua globalità, ma semplicemente nelle sue implicazioni giuridico-istituzionali, siano esse di diritto divino o di diritto umano” 14 .
Una volta accertato che il diritto canonico, per la sua intrinseca connessione con la Chiesa – e quindi con la Rivelazione – richiede di essere studiato con princìpi, criteri e categorie determinate dalla fede, si comprende l’osservazione di Corecco per cui, “sotto il profilo metodologico, ciò significa che il metodo giuridico – in quanto espressione della razionalità umana – non può essere applicato al diritto canonico in modo autonomo, ma subordinato. (…) Si tratta, giova osservarlo, di una subordinazione non solo estrinseca, ma intrinseca alla fede, poiché quest’ultima non può essere considerata solo come orizzonte esterno entro il quale la scienza giuridica può ancora muoversi autonomamente, evitando semplicemente di sconfinare oltre i limiti della teologia. Questo procedimento permetterebbe di trattare il diritto canonico come una realtà secolare o mondana. Perché il diritto canonico possa rimanere una realtà autenticamente ecclesiale senza subire compromettenti secolarizzazioni, il principio ultimo che informa intrinsecamente il suo metodo non può essere che la fede” 15 . Altrove Corecco ha sottolineato anche che “nel metodo canonistico non è sufficiente, come ha ritenuto la scuola italiana, usare della teologia come se fosse solo l’orizzonte estrinseco, entro il quale il discorso giuridico deve muoversi per non sconfinare su conclusioni eterodosse dal profilo ecclesiologico. (…) L’elemento teologico deve informare, dall’interno, il metodo stesso della teoria generale, poiché è un elemento essenziale del discorso canonistico in quanto tale” 16 .
Dopo questi schiarimenti terminologici e concettuali, si comprende perché metodo teologico e metodo giuridico non si escludono mutuamente nel senso di un aut … aut, ma contribuiscono, ciascuno a suo modo, a configurare il metodo della canonistica. Sulla complementarità tra i due aspetti della canonistica il canonista svizzero ha osservato: “Allo stesso modo che la sua realtà teologica è anche giuridica, così la sua realtà giuridica è anche teologica senza possibilità di simbiosi” 17 . Questa complementarità si riflette sul suo metodo in quanto fondamentalmente teologico e specificato o caratterizzato dalla prospettiva giuridica, ossia dal punto di vista peculiare di questa scienza.
Le riflessioni di Corecco sottolineano il fatto che il diritto canonico non è una sovrastruttura umana, ma un elemento essenziale della Chiesa quale sacramentum salutis ed in questa prospettiva va compreso anch’esso. Come evitare altrimenti che il diritto canonico venga snaturato cadendo nel positivismo e nel formalismo? E come sarebbe altrimenti possibile penetrare nel senso e nelle caratteristiche delle norme e delle istituzioni giuridiche della Chiesa? Corecco ha quindi giustamente messo in evidenza la necessità della teologizzazione del diritto canonico e l’importanza di aplicare il metodo teologico nella canonistica.
Una concezione della canonistica come mera scienza giuridica difficilmente potrebbe infatti evitare il pericolo di introdurre nella Chiesa una visione giuridica della vita ecclesiale sullo stampo di quella della società civile. Al riguardo è stato osservato: “La caratteristica del diritto della Chiesa emerge chiaramente soprattutto nel modo con cui Corecco tratta la questione centrale della costituzione ecclesiastica, cioè la domanda sulla relazione fra istituzione e costituzione nella Chiesa, nonché le relative domande sul potere ecclesiale. Per la chiarificazione di queste domande non si può partire da un modello di costituzione di provenienza statuale, ma da dati teologici” 18 . In questo senso si è pronunciato Giovanni Paolo II nella presentazione del nuovo Codice: “E’ da questa mirabile realtà ecclesiale, visibile e invisibile, una ed insieme molteplice, che dobbiamo riguardare il ‘Ius Sacrum’, che vige ed opera all’interno della Chiesa: è prospettiva che, evidentemente, trascende quella meramente storico-umana, anche se la conferma e avvalora” 19 .

A. Cattaneo
Professore ordinario di Diritto Canonico
alla Facoltà di Teologia di Lugano

1    Sulla questione cfr. A. CATTANEO, Teologia e Diritto nella definizione epistemologica della canonistica, in “Ius Ecclesiae” (1994) pp. 649-671.

2  Nella larga schiera di canonisti formatisi all’Istituto Canonistico dell’Università di Monaco Corecco non è l’unico ad aver raccolto quell’istanza epistemologica. I nomi di W. Aymans, G. May e A.M. Rouco Varela sono ben noti nel mondo scientifico internazionale.

3   PAOLO VI, Allocuzione al corso di attualizzazione per membri dei tribunali ecclesiastici, il 13.XII.1972, in AAS, 64 (1972) p. 781. Negli stessi termini il Papa si diresse alla Rota Romana l’8.II.1973, in AAS, 65 (1973) p. 96.

4  E. CORECCO e A.M. ROUCO VARELA, Sacramento e diritto: antinomia nella Chiesa? Riflessioni per una teologia del diritto canonico, Milano 1971, p. 61.

5   E. CORECCO, Il problema dell’unità del diritto nel pensiero filosofico antico e cristiano, in O. FUMAGALLI CARULLI, Società civile e società religiosa di fronte al Concordato, Milano 1980, p. 53 s. Questo articolo si trova anche nel volume di E. CORECCO, Theologie des Kirchenrechts. Methodische Ansätze, Trier 1980, p. 97 s.

6    E. CORECCO, Ordinatio fidei. Schriften zum kanonischen Recht, editato da L. Gerosa e L. Müller, Paderborn 1994.

7   L. GEROSA, “Lex canonica” als “ordinatio fidei”, in ibid., p. XVI.

8    S. Th. I/II q. 90, a. 4, c.

9  Cfr.: J. LISTL, Die Rechtsnormen, in AA.VV., “Handbuch des katholischen Kirchenrechts”, Regensburg 1983, p. 87; F. X. URRUTIA, De natura legis ecclesiasticae, in “Monitor Ecclesiasticus” 100 (1975) p. 417; G. GHIRLANDA, De recta iuris ecclesialis methodo semper servanda, in “Periodica” 68 (1979) pp. 720-721; J. HERVADA, Pensamientos de un canonista en la hora presente, Pamplona 1989, pp. 18-20.

10  E. CORECCO, L. GEROSA, Il diritto della Chiesa, Vol. 12 di AMATECA, Milano 1995, p. 59.

11  E. CORECCO, Voce Diritto, in “Dizionario Teologico Interdisciplinare”, Vol. I, Torino 1977, p. 146.

12  E. CORECCO, Il problema dell’unità del diritto nel pensiero filosofico antico e cristiano, o.c., p. 54.

13  Ibid., p. 54.

14  E. CORECCO, L. GEROSA, Il diritto della Chiesa, o.c., p. 60.

15  E. CORECCO, “Ordinatio Rationis” o “Ordinatio Fidei”?, o.c., pp. 67-68.

16  E. CORECCO, Orio Giacchi, in AA.VV., “L’insegnamento del diritto canonico nell’Università del Sacro Cuore dalle origini alla nuova codificazione”, estratto da “Jus – Rivista di scienze giuridiche” 39 (1992) p. 289.

17  E. CORECCO, Il problema dell’unità del diritto nel pensiero filosofico antico e cristiano, o.c., p. 54.

18  L. MÜLLER, Ordo ecclesiae. Fondazione teologica e teologia del diritto canonico secondo Eugenio Corecco, in AA.VV., “Antropologia…”, o.c., p. 112.

19  GIOVANNI PAOLO II, Allocuzione in occasione della presentazione ufficiale del nuovo Codice (3.II.1983), in “Insegnamenti di Giovanni Paolo II” 6-1 (1983) p. 314.

1. Monografie

1.

La formazione della Chiesa cattolica negli Stati Uniti d’America attraverso l’attività sinodale. Con particolare riguardo al problema dell’amministrazione dei beni ecclesiastici,  (Pubblicazioni del Pontificio Seminario Lombardo in Roma. Ricerche di Scienze Teologiche 7) Brescia 1970.
(Religione e Società 17), Bologna 21991.

2.

Con Antonio M. Rouco Varela, Sacramento e diritto: antinomia nella Chiesa? Riflessioni per una teologia del diritto canonico, Milano 1971.

3.

Theologie des Kirchenrechts. Methodologische Ansätze. Canonistica. Beiträge zum Kirchenrecht 4, Trier 1979.
The Theologie of Canon Law. A Methodological Question, Pittsburgh 1992.

4.

Con Libero Gerosa, Il diritto della Chiesa, AMATECA 12, Milano 1995.

 

2. Articoli

5.

Il rinnovo metodologico del diritto canonico, in: «ScCatt» 94 (1966) 3-35.
«Civ» 21 (1965/66) 336-370.

6.

L’origine del potere di giurisdizione episcopale. Aspetti storico-giuridici e metodologico-sistematici della questione, in: «ScCatt» 96 (1968) 3-42; 107-141.

7.

Il vescovo, capo della Chiesa locale, protettore e promotore della disciplina locale, in: «Conc (I)» 8 (1968) 106-121.
«Conc (D)» 4 (1968) 602-609; «Conc (N)» 8 (1968) 88-104; «Conc (Sp)» 38 (1968) 234-258; «Conc (F)» 8 (1968) 81-93; «Conc P» (8) (1968) 80-93; «Conc (GB)» (8) (1968) 47-54; «Conc (Pl)» 1/10 (1968) 443-454.

8.

Die Synodale Aktivität im Aufbau der katholischen Kirche der Vereinigten Staaten von Amerika. Mit besonderer Berücksichtigung der kirchlichen Vermögensverwaltung, in: «AfkKR» 137 (1968) 38-94.

9.

Note sulla Chiesa particolare e sulle strutture della diocesi di Lugano, in: «Civ» 24, no 8-9/10 (1969) 616-635; 730-743.

10.

Il Sacerdote ministro del matrimonio? Il problema alla luce della inseparabilità tra contratto e sacramento nei lavori della Commissione teologico-dogmatica del Concilio Vaticano I, in: «ScCatt» 98 (1970) 343-372; 427-476.
Ius Sacrum. A cura di A. Scheuermann e G. May, München-Paderborn-Wien 1969, 521-557.

11.

Kritische Erwägungen zum Internationalen Kongress für Kanonisches Recht in Rom vom 14. bis 19. Januar 1970, in: «AfkKR» 139 (1970) 91-124.

12.

Katolische “Landeskirche” im Kanton Luzern. Das Problem der Autonomie und der synodalen Struktur der Kirche, in: «AfkKR» 139 (1970) 3-42.

13.

Parlamento ecclesiale o diaconia sinodale?, in: «StILT Communio» 1 (1972) 32-44.
«IKZ Communio» 1 (1972) 33-53; «ICR Communio» 1 (1972) 23-36.

14.

Riflessioni critiche [su]: “Gruppo La Tenda: Appartenenza e partecipazione alla Chiesa locale di Roma”, in: «StILT Communio» 2 (1972) 137-140.

15.

Diritto canonico, in: Dizionario enciclopedico di Teologia Morale. Diretto da L. Rossi e A. Valsecchi, Roma 21973, 215-232; 31974, 233-255.

16.

Der staatskirchenrechtliche Status der theologischen Fakultät an der Universität Freiburg i.Ü., in: «SR 72» (1973) 62-80; 95-112.

17.

Proposta di una rifusione dell’Art. 2 del Caput I della Lex Fundamentalis (Textus emendatus), in: «ScCatt» 101 (1973) 160-194.

18.

Kritische Erwägungen zum zweiten Internationalen Kongress für Kanonisches Recht in Mailand vom 10. bis 15.9.1973, in: «AfkKR» 142 (1973) 575-605.

19.

Structura ministeriorum in lege fundamentali, in: De Lege Fundamentali condenda. Conventus Canonistarum Hispano-Germanus Salamanticae diebus 20-23 Ianuarii 1972 habitus, Salamanca, 1974, 117-138.

20.

Con Winfried Aymans, Kirchliches Lehramt und Theologie. Erwägungen zur Neuordnung des Lehrprüfungverfahrens bei der Kongregation für die Glaubenslehre, in: «IKZ Communio» 3 (1974) 150-170.

21.

L’inseparabilità tra contratto matrimoniale e sacramento alla luce del principio scolastico “Gratia perficit, non destruit naturam”, in: «StILT Communio» 16 (1974) 28-41; 17 (1974) 30-51.
«AfkKR» 143 (1974) 379-442.

22.

Il nesso fra contratto e sacramento nel matrimonio, in: Chiesa per il mondo II. Fede e prassi. Miscellanea teologico-pastorale nel LXX del Card. Michele Pellegrino. A cura della Facoltà teologica interregionale di Torino, Bologna 1974, 45-88.

23.

Struttura sinodale o democratica della Chiesa particolare?, in: Miscelánea en honor de Juan Becerril y Antón Miralles II. A cura di H. Santiago Otero, Madrid 1974, 269-299.

24.

Church parliament or service?, in: «ThD» 22 (1974) 136-142.

25.

Con Winfried Aymans, How should church authority treat innovators?, in: «ThD» 23 (1975) 45-52.

26.

La legislazione dei Concili Provinciali e Plenari della Chiesa negli Stati Uniti d’America, in: El Concilio de Braga y la función de la legislación particular en la Iglesia. Trabajos de la XIV Semana Internacional de Derecho Canónico, Salamanca 1975, 303-331.

27.

Diritto, in: Dizionario Teologico Interdisciplinare I. Diretto da F. Ardusso e altri, Torino 1977, 112-150.

28.

“Ordinatio Rationis” o “Ordinatio Fidei”? Appunti sulla definizione della legge canonica, in: «StILT Communio» 36 (1977) 1-22.
«IKZ Communio» 6 (1977) 481-495; «RCI Communio» III/3 (1978) 22-39.

29.

Sinodalità, in: Nuovo Dizionario di Teologia. A cura di G. Barbaglio e S. Dianich, Roma 1977; 21979; 31982; 41985; 1466-1495.
Nuevo Diccionario de Teología II. Dirigido por G. Barbaglio y S. Dianich, Madrid 1982, 1644-1673.

30.

Teologia del Diritto Canonico, in: Nuovo Dizionario di Teologia. A cura di G. Barbaglio e S. Dianich, Roma 1977; 21979; 31982; 41985, 1711-1753.
Nuevo Diccionario de Teología II. Dirigido por G. Barbaglio y S. Dianich, Madrid 1982, 1828-1870.

31.

Chiesa locale e partecipazione nelle migrazioni, in: Atti del IV Convegno Nazionale UCEI (Roma 13-16 settembre 1976), Roma 1978, 46-56.
«SerMig» 12 (1976) 418-427; «Quaderno UDEP» (Ufficio Documentazione e Pastorale per le Missioni Italiane in Germania e Scandinavia), Frankfurt/M. gen./febb. 1977, 23-32.

32.

Quodnam sit fundamentum competentiae Ecclesiae in matrimonium baptizatorum: baptismus an sacramentum matrimonii?, in: «PRMCL» 67 (1978) 11-34.

33.

Partecipazione e democrazia nella Chiesa, in: «SerMig» 14 (1978) 57-67.
«OrPast» 26/5 (1978) 15-26.

34.

Valore dell’atto “contra legem”, in: La Norma en el Derecho Canónico I. Actas del III Congreso Internacional de Derecho Canónico (Pamplona 10-15 de octubre de 1976), Pamplona 1979, 839-859.
«IusCan» XV/30 (1975) 237-257.

35.

Theologie des Kirchenrechts, in: Grundriss des nachkonziliaren Kirchenrechts. A cura di Joseph Listl – Hubert Müller – Heribert Schmitz, Regensburg 1980, 11-21.

36.

La “sacra potestas” e i laici, in: «StPar» 28 (1980) 3-36.
«FZPhTh» 27 (1980) 120-154.

37.

Prospettive per la “Lex Ecclesiae Fundamentalis” e la revisione del diritto canonico nel documento di Puebla, in: «DirEccl» 91/1 (1980) 3-23.
Premesse teologiche, in O. Fumagalli Carulli, Società civile e società religiosa di fronte al Concordato, Milano 1980, 3-55.

38.

Il sacramento del matrimonio: cardine della costituzione della Chiesa, in: «StILT Communio» 51 (1980) 3-29.
Diritto, persona e vita sociale I. Scritti in memoria di Orio Giacchi, Milano 1984, 390-409. «AfkKR» 148 (1979) 353-379.

39.

Considerazioni sul problema dei Diritti Fondamentali del Cristiano nella Chiesa e nella Società. Aspetti metodologici della questione, in: Les Droits Fondamentaux du Chrétien dans l’Église et dans la Société. Actes du IVe Congrès International de Droit Canonique (Fribourg [Suisse] 6-11.X.1980). Publié par Eugenio Corecco – Niklaus Herzog – Angelo Scola, Fribourg/Suisse – Freiburg i.Br. – Milano 1981, 1207-1234.
«AfkKR» 150 (1981) 421-453.

40.

Considerazioni teologiche sul tema “Emigrazione e Cultura”, in: «SerMig» 17 (1981) 106-115.

41.

Profili istituzionali di Movimenti nella Chiesa, in: I Movimenti nella Chiesa negli anni ‘80. Atti del I Convegno Internazionale (Roma 23-27 settembre 1981). A cura di M. Camisasca e M. Vitali, Milano 1982, 203-234.

42.

Dimettersi dalla Chiesa per ragioni fiscali, in: «Apoll» 55 (1982) 461-502.
Austritt aus der Kirche – Sortir de l’Église. A cura di Louis Carlen, Freiburg (Schweiz) 1982, 11-67.

43.

Riflessione giuridico-istituzionale su sacerdozio comune e sacerdozio ministeriale, in:Popolo di Dio e Sacerdozio. Atti del IX Congresso Nazionale dell’Associazione Teologica Italiana (Cascia 14-18 settembre 1981), Padova 1983, 80-129.
Les Mouvements dans l’Église, Paris – Namur 1984, 181-208.

44.

Theologie des Kirchenrechts, in: Handbuch des katholischen Kirchenrechts. A cura di Joseph Listl – Hubert Müller – Heribert Schmitz, Regensburg 1983, 12-24.

45.

Beni culturali e interessi religiosi nella esperienza giuridica europea: la Confederazione Elvetica, in: Beni culturali e interessi religiosi. Atti del Convegno di Studi (Napoli 26/28 novembre 1981), Napoli 1983, 291-303.

46.

Kanonisches Recht, in: Ökumene-Lexikon. Kirchen – Religionen – Bewegungen. A cura di H. Krüger – W. Löser – W. Müller-Römheld, Frankfurt am Main 1983, 596-600.

47.

Sacerdozio e presbiterio nel CIC, in: «SerMig» 19 (1983) 354-372.
Recht im Dienste des Menschen. Festgabe Hugo Schwendenwein. A cura di K. Lüdicke – H. Paarhammer – D.H. Binder, Graz – Wien – Köln 1986, 31-48.

48.

I presupposti culturali ed ecclesiologici del nuovo “Codex”, in: Il nuovo Codice di Diritto Canonico. Aspetti fondamentali della codificazione postconciliare. A cura di S. Ferrari, Bologna 1983, 37-68.
«AfkKR» 152 (1983) 3-30; Das neue Kirchenrecht. Seine Einführung in der Schweiz. Vorträge an einer Tagung an der Universität Fribourg. A cura di M. Amherd und L. Carlen, Zürich 1984, 19-59.

49.

Cultura e teologia nel nuovo Codice, in: «PD» 15 (1983) 390-397 (Testo abbreviato dall’editore, senza controllo dell’A.)

50.

Presupposti culturali e significato della nuova codificazione del diritto canonico, in: «RepGPat» 117 (1984) 15-26.

51.

I laici nel nuovo Codice di Diritto Canonico, in: «ScCatt» 112 (1984) 194-218.
Il nuovo Codice di Diritto Canonico. Studi, Torino 1985, 80-104.

52.

Natura e struttura della “Sacra Potestas” nella dottrina e nel nuovo Codice di diritto canonico, in: «StILT Communio» 75 (1984) 24-52.
«RCI Communio» IX/5 (1984) 104-119; «RDC» 34 (1984) 361-389; «AfkKR» 153 (1984) 354-383.

53.

Aspetti della ricezione del Vaticano II nel Codice di Diritto Canonico, in: Il Vaticano II e la Chiesa. A cura di G. Alberigo e J.-P. Jossua, Brescia 1985, 333-397.
La réception de Vatican II. Éd. par G. Alberigo et J.-P. Jossua, Paris 1985 (Cogitatio Fidei 134), 327-391; Die Rezeption des Zweiten Vatikanischen Konzils. A cura di H.J. Pottmeyer – G. Alberigo – J.-P. Jossua, Düsseldorf 1985, 313-368; The reception of Vatican II. Edited by G. Alberigo – J.P. Jossua – J.A. Komonchak, Washington 1987, 249-296.

54.

Il catalogo dei doveri-diritti del fedele nel CIC, in: I Diritti Fondamentali della Persona umana e la Libertà religiosa. Atti del V Colloquio Giuridico dell’Università Lateranense (Roma 8-10 marzo 1984), Roma 1985 («Utrumque Ius» 12), 101-125.
Ministerium Iustitiae. Festschrift für Heribert Heinemann zur Vollendung des 60. Lebensjahres. A cura di André Gabriels und Heinrich J.F. Reinhardt, Essen 1985, 179-202.

55.

Le migrazioni nell’orizzonte del Regno, in: «SerMig» 12 (1985) 425-437.

56.

La presenza dei migranti nella Chiesa particolare: segno dell’immanenza reciproca fra Chiesa universale e particolare, in: «Sem» NS 25 (1985) 48-66.

57.

Fondamenti ecclesiologici del nuovo Codice di diritto canonico, in: «Conc (I)» 3 (1986) 339-351.
«Conc (GB)» 185 (1986) 3-13; «Conc (F)» 205 (1986) 19-30.

58.

Theological justifications of the codification of latin canon law, in: Le nouveau Code de Droit Canonique I. Actes du Ve Congrès Internationale de Droit Canonique tenu à l’Université St-Paul d’Ottawa (19-25 août 1984), Ottawa 1986, 69-96.

59.

Battesimo, in: Digesto4Discipline Pubblicistiche II, Torino 1987, 213-217.
Reinhild Ahlers – Libero Gerosa – Ludger Müller, Ecclesia a Sacramentis. Theologische Erwägungen zum Sakramentenrecht, Paderborn 1992, 21-25.

60.

Carisma, in: Digesto4Discipline Pubblicistiche II, Torino 1987, 504-508.

61.

L’identità eccelsiologica del fedele laico, in: «VP» 70 (1987) 162-171.

62.

Paul VI et le statut du droit canonique, in: Paul VI et les réformes institutionelles dans l’Église. Actes de la Journée d’Études (Fribourg [Suisse] 9 novembre 1985). Sous les auspices de l’Institut Paul VI de Brescia et de la Faculté de Théologie de l’Université de Fribourg, Brescia 1987 (Pubblicazioni dell’Istituto Paolo VI, n° 6), 13-29.

63.

Obiettivo sul Sinodo, Intervista a Eugenio Corecco di Tommaso Ricci in: «30 Giorni» 5 (gennaio 1987) 46-57.

64.

L’amministrazione della giustizia nel sistema canonico e in quello statuale, in:Amministrazione della giustizia e rapporti umani. Atti del Convegno di Sassari (14-16 novembre 1986), Rimini 1988, 133-140.

65.

Die Kirche und ihre Universitäten, in: Fragen in der Kirche und an die Kirche. A cura di Michael Seybold, Eichstätt – Wien 1988 (Extemporalia 6), 179-202.
«NA» VII/4 (1988) 22-40.

66.

Il matrimonio nel nuovo Codex Iuris Canonici: osservazioni critiche, in: Studi sulle fonti del diritto matrimoniale canonico. A cura di Sandro Gherro, Padova 1988, 105-130.

67.

La sentenza nell’ordinamento canonico, in: La Sentenza in Europa. Metodo, Tecnica e Stile. Atti del Convegno Internazionale per l’inaugurazione della nuova sede della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Ferrara (10-12 ottobre 1985), Padova 1988, 258-290.
Studi in memoria di Mario Condorelli I/1, Milano 1988, 385-420; Festschrift für Louis Carlen zum 60. Geburtstag. A cura di L. Morsak e M. Escher, Zürich 1989, 241-269.

68.

La Chiesa luogo di cultura. La Chiesa e le sue università in: «NA» 7 (1988) 23-39.

69.

Chiesa particolare, in: Digesto4Discipline Pubblicistiche III, Torino 1989, 17-20.

70.

Le rapport Église particulière / Église universelle, in: Visages de l’Église. Cours d’ecclésiologie. Ed. par P. de Laubier, Fribourg (Suisse) 1989, 195-211.

71.

Iglesia particular e Iglesia universal en el surco de la doctrina del Concilio Vaticano II, in: Iglesia universal e Iglesias particulares. IX Simposio Internacional de Teología, Pamplona 1989, 81-99.

72.

Istituzione e carisma in riferimento alle strutture associative, in: Das konsoziative Element in der Kirche. Akten des VI. Internationalen Kongresses für kanonisches Recht (München 14.-19. September 1987). A cura di Winfried Aymans – Karl-Theodor Geringer – Heribert Schmitz, St. Ottilien 1989, 79-98.

73.

Éléments pour une théorie générale canonique des droits et devoirs du fidèle, in: Actes du IXe Colloque National des Juristes Catholiques (Paris 11-13 novembre 1988), Paris 1989, 145-174.

74.

Ontologia della sinodalità, in: Pastor bonus in Populo. Figura, ruolo e funzioni del vescovo nella Chiesa. A cura di A. Autiero e O. Carena, Roma 1990, 303-329.

75.

Die richterliche Anwendung der “sacra potestas”, in: «ÖAKR» 39 (1990) 277-294.

76.

L’apporto della teologia alla elaborazione di una teoria generale del diritto, in: Scienza giuridica e diritto canonico. A cura di Rinaldo Bertolino, Torino 1990, 33-59.

77.

L’identità ecclesiologica del presbitero, in: «La rivista del clero italiano» 71 (1990) 581-595.  «StILT Communio» 112 (1990) 33-51.

78.

Amt und Charisma in der Verfassung der Kirche, in: Zur Frage der Bischofsernennungen in der römisch-katholischen Kirche. A cura di Gisbert Greshake, München – Zürich 1991, 140-162.

79.

Sinodalità e partecipazione nell’esercizio della “potestas sacra”, in: Esercizio del potere e prassi della consultazione. Atti dell’VIII Colloquio internazionale romanistico-canonistico (10-12 maggio 1990). A cura di A. Ciani e G. Diurni, Città del Vaticano 1991, 69-89.

80.

Die Zeiten der Zeit erkennen: die prophetische Aufgabe der Kirche und die Unterscheidung der Geister, in: Wie im Himmel so auf Erden. 90. Deutscher Katholikentag in Berlin (23/27.V.1990), Dokumentation II, Paderborn 1991, 1130-1141.

81.

Legge e coscienza per l’uomo del terzo millennio, in: Realtà e prospettive dell’obiezione di coscienza: i conflitti degli ordinamenti. Atti del seminario nazionale di studio delle Unioni Lombarde dei Giuristi Cattolici Italiani (9/11 aprile 1992). A cura di B. Tenono, Milano 1992, 419-441.

82.

Orio Giacchi, in: «IUS. Rivista di scienze giuridiche» 39 (1992) 285-298.

83.

Articolazione della sinodalità nelle Chiese particolari, in: La Synodalité. La participation au gouvernement dans l’Église. Actes du VIIe Congrès international de Droit canonique (Paris, Unesco, 21-28 septembre 1990), Paris 1992 (L’Année canonique, hors série) 861-868.

84.

Cultura moderna e rievangelizzazione in Svizzera, in: La Chiesa in Europa e la nuova evangelizzazione, Novara 1992, 9-21.

85.

Dalla sussidiarietà alla comunione, in: «StILT Communio» 127 (1993) 90-105.

86.

Ius universale – ius particulare, in: Ius in vita et in missione Ecclesiae. Acta Symposii Internationalis Iuris Canonici occurrente X anniversario promulgationis Codicis Iuris Canonici (19-24 aprile 1993), Roma 1994, 553-574.

87.

Il valore della norma disciplinare in rapporto alla salvezza nella tradizione occidentale, in: Incontro fra canoni d’oriente e d’occidente. Atti del congresso internazionale, Bari 1994, 275-292.

88.

Prolusione per il conferimento della laurea honoris causa, in: Il monitore ecclesiastico della diocesi di Lugano 98 (maggio 1994) 320-327.

89.

Discorso di ringraziamento di S.E. Mons. Eugenio Corecco (intervento non rivisto dall’autore), in: Antropologia, fede e diritto ecclesiale. Atti del Simposio Internazionale sugli studi canonistici di Eugenio Corecco. A cura di L. Gerosa, Milano 1995, 137-141.

90.

Un modello alternativo di Università. Indirizzo di saluto in occasione del II Dies Academicus (Lugano, 3. XII. 1993), in: «Rivista Teologica di Lugano» 1 (1996), 19-26.

 

3. Recensioni

91.

A. Bölle, Die Seminarfrage im Bistum Basel für die Zeit vom Anfang des 19. Jahrhunderts bis zur Gegenwart, in: «AfkKR» 133 (1964) 259-262.

92.

O. Stoffel, Die Konvention vom 7. November 1879 zwischen dem Bischof von Sitten und dem Staat Wallis, in: «AfkKR» 140 (1971) 319-321.

93.

G. Feliciani, Le basi del diritto canonico, in: «DEc» 90/2 (1979), Bologna 1979, 290-292.

 

4. Raccolte di scritti

94.

Théologie et Droit Canon, Écrits pour une nouvelle théorie générale du Droit Canon. A cura di F. Fechter e B. Wildhaber, diretto da P. Le Gal. Studia Friburgensia, NS 68, Sectio canonica, Friborgo / Svizzera, 1990.

95.

Ordinatio Fidei. Schriften zum kanonischen Recht. A cura di L. Gerosa e L. Müller, Paderborn 1994.

96.

Ius et communio. Scritti di Diritto canonico. A cura di G. Borgonovo e A. Cattaneo, Lugano 1997.