L’Associazione Amici di Eugenio Corecco, con la fine delle restrizioni legate alla pandemia, ripropone, nella sua formula originale iniziata nel 2004, un incontro di convivenza e amicizia il 1. ottobre presso il Collegio Pio XII di Breganzona-Lucino. L’incontro si terrà con qualsiasi tempo con il seguente programma:
ORE 9.30: Assemblea ordinaria:- saluto del Vicepresidente- presentazione dei conti 2021- rapporto dei Revisori e approvazione dei conti 2021- conferma dei membri del Consiglio Direttivo- eventuali
ORE 10.30: S. Messa presieduta da P. Mauro-Giuseppe Lepori, Abate generale dei Cistercensi;
ORE 12.00: Pranzo comunitario
ORE 13.30: Momento assembleare, che sarà dedicato a due temi, che ripropongono l’attualità della figura e dell’insegnamento del vescovo Eugenio. Verrà proposto:
- un intervento video registrato del sindaco di Bodio, on. Stefano Imelli, sull’iniziativa di dedicare una piazza a mons. Corecco;
- delle testimonianze di persone che hanno conosciuto il vescovo Eugenio, in particolare attraverso la sua testimonianza sulla malattia e sulla sofferenza.
Per questioni organizzative è gradita la confermare della partecipazione entro lunedì 26 settembre all’indirizzo e-mail (amici.corecco@bluewin.ch) precisando quanti desiderano pranzare.
Una piazza in ricordo di mons. Eugenio Corecco
Il Consiglio comunale di Bodio, l’anno scorso, ha deciso di dedicare una via a mons. Eugenio Corecco, originario e patrizio di questo comune. L’idea è stata accolta dal Municipio che ha poi deciso di dedicare il sagrato della chiesa di S. Stefano al compianto vescovo di Lugano. “E stata una scelta opportuna – ci dice Stefano Imelli, sindaco di Bodio – perché questo sagrato, ancora senza nome, si affaccia non solo sulla nostra chiesa parrocchiale ma anche su tutti gli edifici pubblici e scolastici di Bodio, una sorta di perno dove ruota attorno tutta la vita del Comune”.
Eugenio Corecco, nato il 3 ottobre 1931 ad Airolo, viene ordinato sacerdote il 2 ottobre 1955 proprio a Bodio. E’ eletto vescovo di Lugano il 5 giugno 1986 e consacrato il 29, festa dei SS. Apostoli Pietro e Paolo, a Lugano. Nel 1992 costituisce l’Istituto Accademico di Teologia di Lugano, elevato poi a Facoltà di Teologia il 20 novembre 1993, la prima università con sede in Canton Ticino. La storia ricorda che un altro bodiese, Stefano Franscini, aveva invano lottato per la creazione di una sede universitaria nel nostro Cantone nell’Ottocento. Mons. Corecco ebbe un ruolo centrale nella vita comunitaria ticinese ed ancora oggi si vedono i frutti del suo apostolato diocesano. Malgrado la malattia che lo toccò duramente negli ultimi anni della sua vita non venne mai meno ai suoi impegni e dimostrò sempre un attaccamento al suo paese d’origine. Volle ad esempio presenziare di persona nel 1994 all’inaugurazione della teleferica dei monti alti di Bodio, Ronco-Pinezzo-Tinciarolo, impartendone la benedizione. “Mi ricordo bene – continua Stefano Imelli – che al suo arrivo notammo la sua sofferenza ma nonostante la fatica rimase tutto il giorno con la nostra comunità e alla sera quando si congedò era molto più sorridente, quasi lieto”. Fu questa una delle sue ultime apparizioni pubbliche. Morì a Lugano il 1° marzo 1995.
La testimonianza del Vescovo Eugenio nella malattia è ancora feconda oggi
Quando la malattia coglie mons. Corecco nel 1992, la affronta condividendo con i suoi fedeli il cammino di questo Calvario, pieno di dolore e di speranza. E’ una pubblica offerta di sé, che lo rende compagnia a tutti, in particolare a quelli che come lui sono ammalati. Corecco in un’intervista ha affermato: “la malattia pone l’uomo di fronte a se stesso, lo ridimensiona, gli fa capire che il tempo è contato. […] Pone l’uomo nell’urgenza di pensare al suo destino, alle ragioni del suo vivere”.
I suoi scritti sulla malattia e la sofferenza sono disponibili in un piccolo libretto, edito da Caritas Ticino, che tutt’ora è di grande aiuto e conforto alle persone che attraversano un momento difficile a causa di seri problemi di salute. “Si può essere arrabbiati davanti alla malattia – ci racconta Paolo Citterio di Varese – ma i testi di mons. Corecco, che ho conosciuto grazie ad un’amica ticinese, mi hanno aiutato a stare davanti alla sofferenza da uomo. Il vescovo di Lugano mi ha educato ad alzare lo sguardo e ho capito che questo periodo della mia vita può essere un’occasione per stare più vicino al Signore. Nonostante le cure pesanti sono più lieto perché la malattia non mi schiaccia. Anzi il tempo ha acquistato un altro valore, ogni minuto è più intenso. Certo, desidero la guarigione ma in ugual modo non voglio perdere questa intensità di vita che sto sperimentando in questi mesi faticosi”.