“La famiglia, una lieta notizia” è il titolo del percorso formativo proposto dalla Pastorale della famiglia della Diocesi di Lugano. Per mantenere questa “letizia armonica” la commissione per la pastorale familiare ha pensato a temi attuali, che toccano interessi profondi e costitutivi degli sposi e dei loro figli. Il 18 novembre 2024, con un incontro tenuto dall'Arcivescovo emerito di Milano, il Card. Angelo Scola, inizia un secondo ciclo di conferenze del progetto “Lumen fidei” il cui tema sarà “il mistero dell'umana affezione”. Abbiamo rivolto al Cardinale alcune domande per approfondire questo secondo itinerario. Intervista di Federico Anzini per Catholica.
Card. Scola, quale è lo scopo di questi nuovi incontri?
Il tema è di estrema attualità. Tratta una questione che appartiene ai “fondamentali” dell’umano, ma è anche una delle più confuse, su cui oggi si sente (e si vede) tutto e il contrario di tutto. Lo scopo è di fare un po’ di chiarezza. Il Magistero della Chiesa è sempre stato limpido su questo tema, soprattutto dal Concilio in poi. Le famose Catechesi sull’amore umano di Giovanni Paolo II costituiscono ormai un “classico” imprescindibile, ma anche la prima Enciclica di Benedetto XVI (Deus Caritas est) e l’Amoris Laetitia di Papa Francesco. Per non parlare della tanto celebre quanto incompresa Humanae vitae di Paolo VI.
Il primo incontro di sabato prossimo, dopo la sua lezione, prevede una testimonianza. Inoltre tutto il ciclo avrà come riferimento il suo noto libro “Uomo-donna. Il 'caso serio' dell’amore”. Una modalità un po’ differente rispetto ai precedenti incontri del ciclo “lumen fidei”...
Il contenuto detta il metodo: è una legge imprescindibile non solo del pensiero della modernità, ma anche di quello cristiano, direi da sempre. Basti pensare alla differenza tra il Vangelo di Marco e alcune Lettere di Paolo. Anche all’interno della mia non trascurabile bibliografia sui temi legati all’amore tra l’uomo e la donna si può trovare una varietà di approcci. Come ho già avuto occasione di chiarire la parola metodo ha un’origine greca e significa strada attraverso cui passare. Se il traguardo è illuminare con la luce della fede (Lumen fidei) il mistero dell’umana affezione, le strade per raggiungerlo sono diverse. Insieme ne percorreremo, paradigmaticamente, qualcuna.
Il tema del primo incontro sarà "Il nostro corpo sessuato". Centrali sono il tema della libertà e della felicità. Di cosa ci parlerà?
Non occorre scomodare Platone con il mito dell’androgino per parlare della centralità e della imprescindibilità della differenza sessuale: basta leggere le prime pagine della Bibbia. È una questione fondamentale per affrontare l’inestinguibile sete di felicità che abita il cuore di ogni uomo, di ogni donna e per destare e muovere la loro libertà.
Cercherò di approfondire questi “fondamentali” dell’umana esperienza, affrontando, almeno a grandi linee, le questioni più scottanti: perché scegliere il matrimonio? Non basta la convivenza? Le unioni omosessuali sono una famiglia? Procreare equivale a generare?
"Tutti vogliamo amare" sarà il tema del secondo incontro. Nel percorso dall'innamoramento all'amore quali sono le sfide che pone la cultura dominante?
Innamoramento e amore sono sinonimi o tappe di una maturazione che implica un tempo di verifica? Quali sono i caratteri distintivi dell’amore? Si può – o si deve – parlare di educazione ad amare? Che cosa implica questo? Qual è il nesso tra amore e sacrificio?
Il percorso proseguirà alla riscoperta del valore del "per sempre" e della vocazione propria dell’amore alla fecondità. Può anticiparci i contenuti degli ultimi due incontri?
Perché il matrimonio è vocazione? Che nesso ha con la verginità, sia come stato di vita che come posizione del cuore? Questi sono solo alcuni interrogativi tra i molti che potremmo affrontare.