Riflettere sugli inizi della Facoltà di Teologia di Lugano (FTL) significa esporre la singolare intenzionalità del nascente Istituto Accademico. Prendo ispirazione dagli scritti che il Fondatore, il vescovo Eugenio Corecco, inviò al Prefetto della Congregazione per l’Educazione cattolica, il Cardinale Pio Laghi (1992). Risulta evidente che il nascente Istituto Accademico nacque «per la paterna sollecitudine di Giovanni Paolo II, attestata in significative circostanze, e la sua attenta sensibilità pastorale alla formazione integrale dell’Uomo, sia nella sua dimensione culturale che spirituale». Il progetto viene presentato alla Congregazione vaticana nel giugno 1989. «Per sottolineare la volontà di ecclesialità, si è ritenuto di inserire nel Senato accademico taluni vescovi, in particolare quelli che iscrivono i propri candidati al sacerdozio o all’insegnamento. Inizialmente il Card. Macharski di Cracovia e i futuri Cardinali Schönborn e Angelo Scola».
1) Una particolarità significativa fu individuata nella concezione della «Direzione collegiale degli studi», che si pose come il vero centro innovativo e propulsore accademico. «Si tratta di un corpo collegiale formato da professori stabili che assumono – sia individualmente che collegialmente – la responsabilità di guidare, attraverso un costante confronto, gli studi, la formazione complessiva e l’itinerario accademico degli studenti; anzi è previsto che ogni studente si avvalga di un proprio Direttore degli studi, che lo guiderà verso i gradi accademici. Da tale impostazione deriva per gli studenti un intenso vincolo all’impegno individuale e collettivo, e quindi all’assunzione di precise responsabilità in una crescita che si realizza non solo nella dimensione della fede, ma anche del carattere e dell’intelletto; per i docenti, la possibilità di una costante verifica degli orientamenti, delle motivazioni e dei risultati degli allievi». Ecco l’ossatura formativa degli studenti della futura FTL. Era evidente fin dagli inizi che solo in un rapporto di reciproca interdipendenza si forma l’ossatura culturale e spirituale dei futuri teologi.
2) L’intenzione dei Fondatori della FTL era di «costruire una metodologia tipica», che mirava alla formazione degli allievi sia alla comprensione del Mistero di Dio, sia alla pratica della fede, in modo tale che la domanda dell’ora presente trovi in Cristo Signore la «speranza di gloria» (Col1,27) e ne derivi giovamento anche per una nuova evangelizzazione. Da queste poche battute si nota la cura per l’unità della persona del futuro teologo o del pastore di anime. Ricordo quando i professori erano chiamati a vivere insieme una convivenza fraterna, animata dalla preghiera, dove ciascuno presentava ai colleghi il corso che avrebbe svolto, accettando di dialogare per inserire il proprio corso in un orizzonte teologico e formativo più ampio. Ne usciva sempre una visione d’insieme interdisciplinare, muovendo dal presupposto che non esiste un linguaggio teologico o filosofico comunemente riconosciuto e quindi un consenso culturale univoco. Questo esercizio comune permetteva di approfondire la missione e il linguaggio della Chiesa attraverso l’organizzazione dei seminari dove due professori lavoravano insieme con gli studenti, studiando ogni semestre un’opera di qualche insigne teologo come Agostino, Bernardo, Tommaso, de Lubac, Balthasar o Ratzinger. In tal modo ci si esercitava a studiare le fonti del pensiero teologico, arricchendolo con il dialogo in prospettiva dell’attualizzazione di quel pensiero. A questo progetto collaborarono fin dagli inizi materialmente la Compagnia Santa Teresa, personalità teologicamente importanti, oltre quelle sopra menzionate, Leo Scheffczyk, Albert Vanhoye, Julien Ries, Willem Eijk, Andreas Laun, tutti nominati in seguito cardinali o vescovi. Per non dimenticare i biblisti di fama internazionale come Ignace de La Potterie. La genialità degli inizi può ancora illuminare il futuro.
Willy Volonté, primo Segretario Generale della Facoltà di teologia di Lugano