La Facoltà di teologia di Lugano ha concluso il 27 aprile 2024 l’anno di eventi organizzati per il trentesimo dell'istituto. Era infatti il 4 dicembre 1993, quando l’allora Gran Cancelliere della FTL, mons. Eugenio Corecco, introduceva il Dies Academicus dell’istituzione da lui fondata e fortemente voluta con un discorso dal titolo “Natura e compito dell’università". Torniamo con il rettore Roux sul pensiero del fondatore dell'ateneo espresso in quella relazione con un intervista realizzata da Cristina Vonzun per Catholica.
Rettore Roux, Corecco nel discorso al primo Dies Academicus della Facoltà di Teologia di Lugano, il 4 dicembre 1993, sottolineò il pericolo di fare dell'università un luogo «in cui si coltiva un sapere strumentale al mercato che non risponde più alla preoccupazione di investigare, da un punto di vista intrinseco alla scienza stessa, ciò che è effettivamente importante per l’uomo, per il suo avanzamento e per il suo sviluppo». In quale modo oggi la presenza della FTL nella USI può riprendere e favorire, con altre realtà, gli auspici di Corecco?
È funzione specifica della ricerca teologica e filosofica l’interrogarsi sull’universale, sul senso dell’esistenza umana in questo mondo, con le sue alterne vicende, a partire dalla tradizione religiosa e culturale del nostro paese ma in apertura e dialogo con altre visioni del mondo. Proprio l’eccezionale sviluppo tecnico, si pensi per ultimo anche all’intelligenza artificiale, e la crescente interconnessione fra le regioni del mondo richiedono un più radicale impegno sul fronte del senso. All’interno di una università, la facoltà di teologia aspira a essere un luogo dove le domande fondamentali restano al centro dell’attenzione e possono essere discusse in un clima di rispetto e di libertà
Perché a livello universitario è importante che non vengano eluse le domande sul senso della vita e cosa c’entrano con l’acquisizione di un sapere scientifico?
Il sapere tecnico scientifico ha cambiato la nostra vita in modo straordinario, ma non è in grado, da solo, di dare una risposta al senso della vita, soprattutto non è in grado di giustificare valutazioni etiche sull’uso delle stesse conquiste tecnologiche. L’università è certamente un luogo dove si apprendono competenze da usare per la vita professionale. Ma l’essere umano non è solo tecnica scientifica. Se l’università escludesse a priori le discipline che come la teologia si interrogano sul senso della vita verrebbe meno al suo compito. La genialità di Corecco educatore, e, non dimentichiamolo, professore di Diritto Canonico, si è manifestata anche nell’impatto che ha avuto su tanti giovani e allievi.
A Corecco stava particolarmente a cuore il fatto che l'Università uscisse da un modello segnato da una concezione individualistica dell’uomo, per essere una comunità di studio e di vita. Quanto la FTL di oggi è erede di questa idea di università e quanto ne vedete l'importanza, fronte una notevole frammentazione e specializzazione che rende difficile - nel complesso - sentire l'Università come comunità?
L’uomo è per natura un animale sociale: la comunità di studio e di vita che aveva segnato l’inizio della facoltà è il massimo ideale per la formazione umanistico-teologica. Con il crescere del numero di allievi e docenti specialisti, la comunità di studio e di vita non si realizza più a livello di tutta l’istituzione, ma in aggregazioni e gruppi naturalmente più ridotti. La Facoltà è attorniata da seminari e collegi dove gli scambi fra studenti e anche qualche docente può continuare in modo più informale. È vero che in facoltà sono rappresentate diverse posizioni teologiche, più progressiste o più conservative, ma questo credo rappresenti una ricchezza per chi sceglie la FTL per addentrarsi in questa splendida avventura che è lo studio della filosofia, delle esperienze religiose, e soprattutto della tradizione cristiana che tanto ha dato e ancora di più ha da dare alla nostra società.